Vagoni per sole signore?

Le ragazze pendolari bergamasche: «Sì, abbiamo paura a viaggiare da sole sui treni»

«C'è chi non ti lascia in pace e chi approfitta della folla per toccare». «In stazione, se non c'è la polizia, accelero il passo»

Le ragazze pendolari bergamasche: «Sì, abbiamo paura a viaggiare da sole sui treni»
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di Matteo Rizzi

Su Change.org sta circolando una petizione lanciata da una ragazza di Malnate che ha raccolto in pochi giorni diverse migliaia di firme. La petizione chiede l’istituzione di carrozze per sole donne a bordo dei treni, per offrire uno spazio sicuro alle viaggiatrici stanche e spaventate dalle continue forme di molestia denunciate (e per altro raramente prese sul serio) a bordo dei treni. Una petizione che è giunta all’attenzione anche del governatore Attilio Fontana, che ovviamente si è detto contrario, associando questa proposta all’apartheid e auspicando maggiori controlli «magari dell’esercito» a bordo dei treni. Una petizione che chiaramente chiede un intervento su un sintomo del problema, e non sul problema in sé: segno che l’esasperazione e il senso di impotenza delle vittime di questa situazione è arrivato al livello da chiedere soluzioni drastiche in attesa di una rivoluzione culturale nel segno del rispetto.

Come si è arrivati a tanto? Basta ascoltare le esperienze di alcune donne e ragazze che prendono abitualmente il treno. Noi ne abbiamo intercettate alcune alla stazione di Bergamo.

«All’inizio mi sentivo in pericolo soprattutto la sera - racconta Laura, studentessa di 23 anni - quando tornavo dall’Università di Milano con il treno delle 18 o delle 19. In realtà, essendo molto affollato forse erano momenti anche più protetti. Sì, mi è capitato di subire molestie sul treno, ed è capitato a tante mie amiche: è una cosa molto frequente. Nel mio caso è successo in pieno giorno, su un treno sempre per Milano, non ricordo se alle undici o a mezzogiorno. Ero in carrozza con poche altre persone e un uomo sulla cinquantina si è spostato sul sedile di fronte al mio e ha iniziato a toccarsi mentre mi guardava. Mi sono spaventata e ho cambiato sedile, e lui mi ha seguito. Allora me ne sono proprio andata cercando una carrozza più affollata o un controllore, e per fortuna ho trovato uno scompartimento che con me si completava, così che lui non potesse seguirmi. L’ho visto scendere a Dalmine, la fermata prima della mia. Mi sono spaventata tantissimo e per un mese non ho più preso il treno».

«Fino all’anno scorso facevo la pendolare tra Bergamo e Porta Garibaldi - ha raccontato Beatrice, studentessa di 24 anni - e come treno era spesso molto affollato, succedeva anche di dover stare in piedi. Più volte mi è capitato di venire toccata, soprattutto da persone che approfittavano della folla per fingere che toccarmi il sedere fosse una sorta di incidente. Una volta ho reagito e mi è stato dato della pazza dal signore che mi aveva toccato: è disgustoso, poteva essere mio padre. La sera semplicemente non mi è quasi mai capitato di prendere il treno da sola, spesso ero con il mio ragazzo. Molti uomini quando vedono che sei accompagnata, ti lasciano in pace, altrimenti pensano di poter fare quello che vogliono. I fischi, poi, non li conto nemmeno più. Per me è un grosso problema e mi dispiace, mi sento in colpa, perché capisco che ormai dubito di chiunque. Il fatto è che le molestie arrivano spesso da persone insospettabili, quindi ho sviluppato una diffidenza verso tutti gli uomini. Penso che una carrozza separata possa una soluzione provvisoria, che magari potrebbe aiutare non solo a livello pratico a garantire un po’ di tranquillità durante i viaggi, ma anche a sensibilizzare in generale sul problema. Certo, sarebbe anche una sconfitta, perché vuol dire che con le buone non si arriva da nessuna parte».

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