Mobilità

Le Zone 30 funzionano, Bologna lo dimostra. Ma Bergamo frena e pensa agli infovelox

Migliorano la sicurezza senza peggiorare il traffico. Nella nostra città il limite c'è già su 198 km di strade dei 218 previsti dal Pums

Le Zone 30 funzionano, Bologna lo dimostra. Ma Bergamo frena e pensa agli infovelox
Pubblicato:

di Andrea Rossetti

Dalla teoria alla pratica. E quest’ultima dice che la creazione di Zone 30 (aree di città dove il limite di velocità è di 30 km/h) migliora la sicurezza stradale senza peggiorare il traffico.

A dimostrarlo è Bologna, prima grande “città 30” d’Italia, che a metà gennaio ha reso noto il bilancio del primo anno di attività del progetto. Da questo si può notare come praticamente tutti i “parametri” considerati siano migliorati.

Innanzitutto, il numero complessivo di incidenti stradali, calati del 13,1 per cento rispetto alla media dei due anni precedenti. Per la prima volta da almeno 33 anni a questa parte (cioè da quando vengono rilevati i dati), inoltre, non sono morti pedoni. Le vittime complessive di incidenti stradali sono state dieci, otto in meno rispetto al 2023 e undici in meno rispetto al 2022.

I feriti in codice rosso sono stati il 31 per cento in meno. Parallelamente, il traffico veicolare è calato del cinque per cento, mentre l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto è cresciuto del dieci per cento.

Non solo. Anche l’opinione pubblica pare aver superato le titubanze e le perplessità iniziali. Lo dimostra il fatto che la raccolta firme lanciata a Bologna da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia per richiedere un referendum contro il progetto “città 30” non ha raggiunto (in tre mesi) il numero minimo richiesto, pari a novemila firme. Il 25 gennaio, ultimo giorno utile, ne sono state depositate appena 3.500. A dimostrazione che, alla fine, anche i cittadini hanno sposato il progetto e promosso questo primo anno.

Bergamo come Bologna? No, però...

Seppur con modalità diverse e un raggio d’azione più limitato, anche Bergamo (...)

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Commenti
Giancarlo Sonzogni

50 orari in città, naturalmente rispettandoli e senza guardare altrove mentre si guida, sono più che sicuri. La città 30 all'ora serve solo a far saltare i nervi a chi è intento nella già ormai detestabilissima "attività" di guida e non risolve (e forse peggiora) le emissioni, e neppure ritengo così sicuro guidare alla stessa velocità con biciclette e monopattini all'altezza delle portiere. Il Comune dovrebbe puntare a responsabilizzare chi è sulla strada piuttosto che obbligare ad andature da pecore stordite. PS abito in città e l'unico tragitto cittadino è casa-circonvallazione per andare altrove, se no vado a piedi

Fausto Grassi

Sono di Bologna e guidi 12 ore al giorno in città. Qui NESSUNO è ripeto NESSUNO va ai 30 all'ora, NESSUNO neanche quei dementi che hanno votato Lepore. QUINDI BSSTA RACCONTARE BUGIE

Massimo

3000 morti all'anno sulle strade e c'è chi fa battute. Un po' idiote. Complimentoni.

Riccardo

Sono d'accordo con Roberta ed Angela. L'estensione a tutti i quartieri tranne le vie di scorrimento principali incoraggerebbe mobilità alternativa in quanto meno rischiosa, e cambierebbe pochi minuti di percorrenza agli automobilisti (che rimangono troppi e intasano la città).

Roberta

Marcello caro è troppo comodo buttarla in caciara per non cambiare nulla, il problema del sovra uso del mezzo motorizzato è evidente ad ogni lamentela su traffico, smog e parcheggi

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