Levate, la protesta dei residenti del Bailino: «Altro cemento? Ora basta!»
Sui balconi del quartiere, striscioni contro il via libera del consiglio comunale alla realizzazione di un nuovo supermercato, negozi e parcheggi
di Andrea Carullo
È una protesta silenziosa, ma che si fa sentire quella che si è accesa a Levate, più precisamente nel quartiere Bailino. Diversi gli striscioni esibiti dai terrazzi che hanno alimentato il dibattito al grido di «Più alberi e verde, meno negozi inutili» oppure «Altro cemento? Basta!».
Ma da cos’è causato il disappunto dei cittadini? La risposta è nell’approvazione dell’At Bailino avvenuta nell’ultimo consiglio comunale, ovvero l’ambito di trasformazione che vedrà la costruzione di una nuova zona commerciale nell’attuale area lungo la ex strada statale 42, ora dismessa, che un tempo ospitava la discoteca Pão De Açucar.
Questa zona, di 31 mila metri quadri, andrebbe ad ospitare tre nuovi edifici commerciali tra cui un supermercato, negozi, parcheggi e alcune aree verdi. Le preoccupazioni dei protestanti sono molteplici: «Sta crescendo il dissenso per un’opera che è per noi inutile - afferma Fabio Cochis, abitante del Bailino tra i manifestanti -. L’amministrazione ha completamente ignorato i nostri tentativi di trovare un punto d’incontro, la nostra richiesta di avere un dialogo e la raccolta firme per esprimere il nostro disappunto. Si vuole utilizzare la scusa della riqualificazione di una zona di 800 metri quadri - ovvero quella dove sorge l’ex discoteca - per edificare su un territorio ben maggiore».
«Quest’intervento produrrà soltanto lati negativi per il nostro quartiere - continua -, primi fra tutti l’aumento del traffico, dell’inquinamento, nonché del rischio poiché la nuova zona commerciale nascerebbe a ridosso di due aziende chimiche a rischio rilevante. Per ultimo, la nuova zona commerciale faciliterà la creazione dell’autostrada, per essere più facilmente raggiungibile. Un’opera rispetto alla quale sia l’amministrazione che il paese sono fortemente contrari».
E proprio di queste problematiche era al corrente l’amministrazione (...)