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L'indagine sul campo: «A Bergamo un quinto dei locali non chiede il Green Pass»

Nel 40 per cento dei casi non ne verrebbe neanche verificato il possesso. L'associazione chiede di rendere note le irregolarità riscontrate

L'indagine sul campo: «A Bergamo un quinto dei locali non chiede il Green Pass»
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Per poter mangiare o bere seduti al tavolo di un bar, di un ristorante o di una tavola calda andrebbe mostrato all’ingresso il Green Pass. Almeno, così vorrebbe la teoria. L’esperienza, infatti, racconterebbe un’altra storia.

Stando ad alcune verifiche svolte negli ultimi due mesi da Federconsumatori Bergamo non sempre il personale addetto al controllo della certificazione verde sarebbe ligio al proprio dovere: durante i pranzi di lavoro, su 18 ristoranti, pizzerie, bar e tavole-calde della città controllati, un quinto dei luoghi non richiedeva il documento. Inoltre, nel 40 per cento dei casi, non ne veniva verificato il possesso.

«Purtroppo tra la volontà di recuperare quanto perso economicamente e la necessità di tutelare la salute di sé stessi e degli altri sta prevalendo la prima – sottolinea Federconsumatori Bergamo in una nota -. Un esempio da non imitare lo stanno dando diversi gestori della ristorazione che snobbano l’obbligo di verificare che i loro clienti siano in possesso del Green Pass».

Secondo l’associazione sarebbe anche opportuno (oltre che utile, a beneficio di una maggiore trasparenza) che le autorità incaricate di garantire la salute e l'ordine pubblico rendessero noti i dati sui controlli nei luoghi in cui la verifica della certificazione è obbligatoria. E non soltanto quelli riguardanti i clienti, ma anche nei confronti di cuochi, camerieri, oppure baristi.

«Da qui la richiesta di far sapere quante sono state le eventuali irregolarità riscontrate – continua il comunicato - e come s’intende procedere a tutela dei cittadini che desiderano tornare ad una vita il più possibile normale, senza rischiare di essere contagiati per pura negligenza».

«Grazie ai vaccini stiamo tornando lentamente alla normalità, le attività produttive sono in ripresa – conclude Federconsumatori -, anche se con alcune limitazioni dettate dalla necessità di usare cautela per evitare drammatiche ricadute. Cautela che consiste nel rispettare le norme igieniche indicate dagli scienziati».

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