La testimonianza

«Lo studentato UniBg era un disastro, ho preferito andare a vivere a Dalmine»

Una neolaureata in Lingue che ha frequentato l’ateneo di Bergamo da fuorisede racconta la sua «pessima» esperienza

«Lo studentato UniBg era un disastro, ho preferito andare a vivere a Dalmine»
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di Marta Belotti

«Avevo fatto la triennale in un’università molto grande in una metropoli e per la magistrale cercavo un ateneo più piccolo, in una città che fosse di medie dimensioni, a misura d’uomo. Ho partecipato all’open day dell’Università di Bergamo e mi sono detta: è quello che sto cercando. Alla prova dei fatti, però, l’esperienza è stata pessima».

A parlare è una neolaureata in Lingue all’ateneo cittadino. La giovane, nel suo racconto-sfogo, porta alla luce i problemi che uno studente fuorisede - come lei - può incontrare nel suo percorso di studi a Bergamo.

Lo studentato

«Il principale disagio è stato lo studentato», racconta la ragazza, che è stata assegnata alla struttura di via Garibaldi, proprio sopra l’istituto Sant’Alessandro. «È vero che i prezzi sono convenienti, dato che io, nel 2021, pagavo duecento euro al mese. E questa era la tassa massima, perché chi aveva Isee più bassi pagava anche meno, qualcuno anche zero. Però non è per questo che allora i servizi possono essere pessimi».

La neolaureata espone quindi una serie di problematiche che ha incontrato nella sua esperienza: «Le condizioni delle camere non erano per niente buone. In molte non andavano i termosifoni d’inverno, in estate non avevamo condizionatori ed era proibito portare ventilatori. Faceva sempre o troppo freddo, o troppo caldo. Eravamo costretti a rifugiarci in mensa per studiare. Per non parlare della pulizia. Io sono entrata a inizio 2021, ad agosto ci hanno fatto sgomberare le camere e abbiamo pensato che avrebbero provveduto a una pulizia di fino. Non è stato così: al nostro ritorno alcuni bagni erano messi peggio di prima. E per restare in tema servizi igienici, è vero che le camere erano singole e che ciascuno aveva il proprio bagno, ma non ce n’era mezzo in cui funzionasse tutto. O il doccino, o il lavandino, o l’asse del wc: c’era sempre qualche problema. E in tutti mancava il bidet».

«Se non puoi permetterti altro...»

Queste questioni, secondo quanto raccontato dalla ex studentessa, sarebbero state riportate anche alla docente responsabile di questi servizi: «Era la prima volta che la vedevo, nonostante fossi lì da diversi mesi. Io e altri studenti abbiamo colto l’occasione per riportare le nostre lamentele e chiedere che venissero risolti alcuni problemi, come quello del riscaldamento o delle lavatrici, che erano solo due per 92 persone (e spesso solo una era effettivamente funzionante). Non abbiamo mai avuto risposte. Per molti era difficile lamentarsi, dato che non potevano permettersi altre soluzioni. Allora stavano zitti, cercando di cavarsela come potevano. Ma non è giusto». (...)

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Commenti
Bruno Stefanoni

Condivido. La giunta passata era gonfia del suo atteggiamento di fare cultura. Chiusura quasi contemporanea del Palacreberg e del Palazetto dello sport. In compenso nell’area del palazzetto Gamec . Ne consegue attività sportiva di squadra emigrata il altre luoghi o addirittura finita e spettacoli e concrrti per giovani finiti.

Bonanomi Marino

Ha ragione da vendere Maria Teresa Solivani Bergamo è una città in nano al clero ( la curia ) e , purtroppo, è tutto vero quel che si dice ...si pensa solo ai soldi , ma il socialismo non danno cosa sia . Predican tutti bene ma razzolan male !

Maria Teresa Solivani

Direi che la mia Bergamo non ci ha fatto certo una bella figura ! Durante la trascorsa(per fortuna) giunta Gori si era fatto tanto un gran parlare di come l'ex caserma Montelungo sarebbe stata (dopo gli ormai fantomatici lavori) una splendida residenza per una città universitaria come Bergamo....poi i ritrovamenti archeologici.......il Covid......il gemellaggio Bergamo-Brescia capitale della cultura.....è nessuno si è più occupato dell'ex caserma e della sua seconda vita . Siamo nelle mani della nuova giunta ! Alla studentessa universitaria posso solo dire che mi dispiace che lei abbia avuto quei problemi.....purtroppo la mia città è tutto ciò che riguarda chi ci vive o ci lavora o ci studia , non è amata abbastanza ne' seguita da chi DOVREBBE si pensa solo a fare soldi e a trasformarla in una città per turisti . Che tristezza!

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