Logistica al Santuario di Caravaggio, la Diocesi di Cremona «rinuncia a vendere il suo terreno»
Il vescovo è competente per il Santuario. La Diocesi aveva già preso le distanze dal progetto e chiesto al Comune di Misano Gera d'Adda di destinare questo ambito territoriale a un uso agricolo
Si allontana il rischio del possibile insediamento di un polo logistico a Misano Gera d’Adda, su un terreno poco distante dal Santuario mariano di Caravaggio. La Diocesi di Cremona (il cui vescovo è competente per il Santuario) non soltanto ha preso le distanze dall’iniziativa, ma ha anche «anticipato di rinunciare alla vendita del terreno di sua proprietà, circa quattro ettari, interessati dal progetto».
Ad annunciare la notizia è stato il circolo di Legambiente Serio e Oglio, riconoscendo con piacere l’impegno della Diocesi cremonese per la salvaguardia del paesaggio in cui è immerso l’edificio di culto. Inoltre, il rettore del Santuario, don Amedeo Ferrari, e l'Istituto per il sostentamento del clero hanno chiesto all'Amministrazione comunale di Misano Gera d'Adda (dove è in corso una revisione del Pgt) che l'ambito territoriale interessato venga destinato all’uso agricolo.
«Una mossa di questo tipo arriva come un vento di brillante e fresca modernità – commenta il circolo di Legambiente - rispetto al decadente grigiore delle autorizzazioni di questi recenti anni per lastricare di cemento e asfalto centinaia di ettari del fertile suolo della Bassa Bergamasca».
Legambiente e Diocesi, evidenziando come l’insediamento industriale comprometterebbe un luogo di indiscutibile valore storico, religioso e paesaggistico, hanno sottolineato che eventuali scavi potrebbero mettere a rischio il fontanile dove avvenne il miracolo dell'apparizione dell'acqua, che ancora oggi sgorga pulita e trasparente nel giardino del Santuario.
L’associazione ambientalista ha poi ribadito la necessità di un rinnovamento degli stili di vita e delle modalità produttive, riducendo il consumo di suolo per far fronte alla gravità dei cambiamenti climatici in atto. Indirizzi condivisi anche dalle politiche adottate dall’Europa, dall’Onu ed emersi recentemente anche durante le riunioni del Cop26.
«Mai in questi anni la Provincia di Bergamo ha opposto una eccezione al consumo di suolo a favore della logistica – denuncia il circolo di Legambiente Serio e Oglio -. Addirittura, Legambiente è impegnata in un ricorso al Tar perché la Provincia non hai mai chiesto una semplice valutazione di impatto ambientale. La stragrande maggioranza dei sindaci della Bassa Bergamasca ha regolarmente accettato l'insediamento di un polo logistico, in alcuni casi persino più di uno, senza preoccuparsi del destino complessivo del territorio».