L'intervento

Santuario di Caravaggio, il rettore e la Curia si oppongono all’area industriale

La Diocesi contro il progetto della nuova zona logistica da 162mila metri quadrati, chiesta una "fascia di rispetto"

Santuario di Caravaggio, il rettore e la Curia si oppongono all’area industriale
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La Diocesi di Cremona ha chiesto al Comune di Misano di cancellare l’area industriale dove è prevista la nascita di un magazzino della logistica, al fine di tutelare il Santuario di Caravaggio che si trova nella zona di confine con il comune bergamasco.

A riportarlo è oggi (mercoledì 30 marzo) il Corriere della Sera Bergamo: da tempo infatti i proprietari dei vari lotti sarebbero stati contattati da un intermediario di un grande operatore della logistica, che vorrebbe realizzare un maxi magazzino. Il Comune di Misano deve però prima adeguare il suo Pgt al documento urbanistico della Provincia, il Ptcp, ma in questo frangente si sono inserite sia Legambiente che la Diocesi, entrambe chiedendo la tutela per il tempio mariano. Da quest’ultima sono arrivate infatti due richieste formali, rispettivamente dall’Istituto per il sostentamento del clero, che possiede 35mila metri quadrati del terreno dove dovrebbe sorgere l’area logistica, e dal rettore del tempio mariano, don Amedeo Ferrari: la richiesta è di rinunciare all’area industriale e creare una fascia di rispetto agricola.

Già gli ambientalisti si erano opposti facendo ricorso al Tar contro l’Amministrazione comunale nel 2018 e vincendo la causa, ma nel 2021 il Consiglio di stato aveva dato ragione a quest’ultima, permettendo così la prosecuzione del progetto.

«La tutela del Santuario di Caravaggio e del suo paesaggio sono un patrimonio storico e artistico – ha scritto don Amedeo Ferrari -. La vicinanza di un nuovo comparto produttivo di 162mila metri quadrati, ancora da urbanizzare e a poco più di 500 metri dal Santuario, non giustifica per nulla la sua localizzazione, ma al contrario crea una situazione di forte discontinuità dell’ecosistema e del paesaggio rispetto ai luoghi vincolati circostanti».

I lavori e la presenza delle attività nella nuova zona industriale, tra l’altro, potrebbero alterare il flusso delle falde sotterranee, causando l’impoverimento dei fontanili e quindi modificando la disponibilità per la fonte del tempio. La richiesta è quindi quella di adottare «tutte le misure cautelative», con l’obiettivo di proteggere il luogo sacro. La decisione della Diocesi rimette quindi tutto in discussione e non fa più sembrare così scontata la realizzazione del magazzino.

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