C’era da aspettarselo, anzi non bisogna nemmeno essere così stupiti: la macabra quanto grottesca vicenda dell’omicidio di Temù, che vide coinvolti Mirto Milani e le sorelle Zani nell’assassinio di Laura Ziliani in Val Camonica, nel maggio 2021, è ora diventata la puntata di un podcast. Anzi, come riportato da PrimaLecco, in realtà due, all’interno della serie Indagini di Stefano Nazzi per Il Post.
Un castello di bugie e mistificazioni
La prima puntata si apre con la lettura dei bigliettini che Milani, ormai in prigione nell’ottobre di quattro anni fa, aveva nascosto nella biancheria sporca da lasciare alla madre. Le parti di una sorta di lettera, nella quale il giovane, che non ce la faceva più a sopportare la vita dietro le sbarre, nonostante ci fosse stato relativamente poco (l’arresto era avvenuto a settembre), chiedeva alla signora di orchestrare per lui una sorta di depistaggio.
Avrebbe dovuto infatti creare delle prove fasulle, che incolpassero dell’omicidio un uomo, da incastrare tramite il prelievo a sua insaputa del Dna. Un piano maldestro e goffo, come si dice anche nel podcast, che verrà scoperto subito e contribuirà a delineare meglio quel castello di bugie e mistificazioni che il 27enne aveva eretto, per nascondere la sua colpevolezza, insieme a Silvia e Paola.
Un triangolo perverso
Un triangolo perverso nel quale Milani, cresciuto a Calolziocorte, al confine con la Bergamasca, ma trasferitosi poco prima del delitto a Roncola San Bernardo, era fidanzato con la prima, ma aveva una relazione pure con la seconda.
La cosa, almeno da quanto si è capito, alle due andava bene così, ma a destare scalpore, come evidenziato anche dalla sentenza dei giudici, è come questo legame fosse talmente malato da portare a compiere un delitto così efferato, in concerto, prima stordendo la vittima con dolci avvelenati tramite farmaci, poi soffocandola e seppellendo il suo corpo, riportato alla luce solo mesi dopo in seguito a una piena del fiume Oglio.
GUARDA LA GALLERY (4 foto)
Mirto Milani
Omicidi ispirati alle serie tv
Dopo la scoperta del cadavere ad agosto, le indagini si erano concentrate subito sulle due sorelle e su Milani, che viveva con loro, con il trio criminale che avrebbe provato a sviare l’attività degli inquirenti. Quando furono arrestati e confessarono il delitto, cercarono di giustificarlo citando alcune serie televisive come Dexter, Breaking Bad ed I Borgia.
La spiegazione, tuttavia, risultò poco convincente. I periti li ritennero pienamente capaci di intendere e di volere, e la Corte d’Assise e quella d’Appello stabilirono che il movente non fosse né quello dichiarato dai protagonisti né di natura economica. Secondo i giudici, l’omicidio fu pianificato e realizzato per rafforzare il legame del trio, con un piano cervellotico in cui l’imitazione di situazioni viste in tv aveva giocato un ruolo centrale.
Le due puntate del podcast Indagini ricostruiscono minuziosamente quei drammatici tre mesi, tra scomparsa, indagini e depistaggi, offrendo un racconto cupo e preciso di un crimine che ha sconvolto la comunità camuna.