Critiche e repliche

Longuelo allagata, «vasca di laminazione inefficace». Il Comune: «Caditoie ostruite e acqua arrivata da altre zone»

I residenti stanchi della situazione. La Lega attacca, ma per Palazzo Frizzoni grazie alle opere si sono contenuti i danni

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I danni non sono stati come quelli del 2016, ma a Bergamo la zona di Longuelo si è ancora allagata durante il nubifragio del pomeriggio di mercoledì 22 maggio, con disagi che si vanno ad aggiungere all'esondazione della roggia avvenuto in via Castagneta, con garage allagati in un edificio a Ponteranica, che si trova al confine.

Anche nel quartiere cittadino, diversi box di abitazioni e condomini sono stati sommersi dall'acqua, tanto da richiedere l'intervento di vigili del fuoco e ditte private  di spurghi, per poter essere svuotati e liberati dal fango.

Garage allagati

Tra coloro che hanno vissuto ore di preoccupazione, le famiglie del condominio “Due torri”, i palazzoni rosa che si vedono lungo la via Guglielmo Mattioli, al civico 16. «Siamo stanchi di avere acqua nei garage, o meglio di toglierla come il fango a secchiate dai corselli auto e dai box». Gli abitanti erano già stati colpiti dall’alluvione di otto anni fa, con enormi danni ed una ottantina di auto rottamate. Il nubifragio di ieri ha portato abbondanti piogge, con un livello misurato di quaranta centimetri d'acqua nelle zone sotterranee allagate.

Come testimoniato da uno dei residenti, l’acqua è fuoriuscita prima dal torrente di acqua proveniente da Astino e via Longuelo, poi è entrata da via Mascagni, raggiungendo il giardino Montalcini e infine, tramite lo scivolo fatto di terra e ghiaia, è entrata nelle griglie di aerazione dei garage dei palazzi. Dalle foto raccolte da alcuni cittadini, si può immaginare un nubifragio più forte cosa potrebbe causare e portare direttamente nel condominio.

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«La via Mascagni ed il giardino Montalcini - ha spiegato il residente - sono aree pubbliche, mentre l’area del condominio è privata con passaggio pubblico. In poche parole, l’acqua entra da una area pubblica e procura danni in un'area privata. Va sicuramente rivisto lo scivolo e trovate soluzioni che permettano di migliorare, in un modo decisivo e definitivo, la situazione. La gente qui a Longuelo si chiede quando saranno realizzate le altre due vasche di laminazione progettate dall’Università di Pavia e riviste le portate dello scolmatore di via Bellini e della fognatura di via Mattioli».

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Il commento del leghista Ribolla

A intervenire sulla questione il consigliere comunale della Lega, Alberto Ribolla: «Purtroppo, dopo dieci anni di parole e qualche lavoro effettuato, Longuelo ieri è andata nuovamente sott’acqua – ha commentato -. Numerose sono state le chiamate di negozianti ed esercenti, che mi hanno sottolineato come, in poco più di mezzora, le strade siano diventate fiumi. Con sconcerto leggo che le vasche di laminazione, costruite con milioni di euro, non si siano riempite, al contrario di box e cantine che, per l’ennesima volta, sono state invase dall’acqua».

Per l'esponente del Carroccio, «se quanto successo fosse effettivamente dovuto ad una cattiva manutenzione dei tombini e delle caditoie, come dichiarato sulla stampa, la responsabilità del Comune e di chi si occupa dei servizi di manutenzione sarebbe lampante: si spendono milioni di euro per effettuare dei lavori importanti e poi, per una cattiva manutenzione o, come si è letto “per la mancanza di addetti che abbiano svuotato le caditoie” si sono causati danni enormi a molte attività commerciali e residenti del quartiere».

Per Ribolla, qualora «si fosse effettuata una corretta manutenzione dei tombini, prima e durante gli eventi atmosferici, l’acqua avrebbe potuto defluire in maniera più veloce verso le vasche di laminazione e gli altri manufatti costruiti a tutela del quartiere, recando certamente meno danni di quanto avvenuto ieri. La Giunta Gori chieda scusa al quartiere di Longuelo».

La dichiarazione del Comune

Rispetto a quanto accaduto, da Palazzo Frizzoni sono arrivate alcune precisazioni: «L’accumulo di acqua lungo la via Longuelo non è stato provocato da flussi provenienti dalla via Astino, come invece avvenuto nel 2016, quando l’intero quartiere andò sott’acqua e tutti i piani interrati e i box si riempirono completamente - ha dichiarato il Comune -. La vasca di laminazione e le opere idrauliche realizzate da allora hanno protetto il quartiere e fatto defluire le acque in direzione della rete sotterranea, che si dipana sotto via Castello Presati e la zona della Madonna del Bosco. In questo modo, è stato possibile prevenire che avvenisse di nuovo quel che è successo otto anni fa nel quartiere».

Allora come mai sono avvenuti i disagi? «A determinare l’allagamento di mercoledì – ha proseguito l'Amministrazione – è stato un accumulo di acqua nella depressione di via Longuelo, derivante dall’effetto combinato dell’azione di ostruzione svolta da grandine e foglie sulle caditoie, ma anche dalla straordinaria portata d’acqua confluita sotto la via attraverso grosse condutture che provengono da Mozzo e dall’area della Briantea, in località Curno. Il quartiere risulta inoltre storicamente soggetto a fenomeni di allagamento, per via del fatto che vi scorrono più di una roggia, che raccoglie le acque che provengono dalla zona collinare intorno, e che si trova altimetricamente più in basso rispetto alle zone limitrofe».

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