L'amarezza del gestore

L’ultimo giorno dell’Ostello della Gioventù di Bergamo (che cambia gestione)

Le considerazioni di Michele Forchini su restrizioni, cassa integrazione e aumento delle bollette, che hanno messo in ginocchio la realtà

L’ultimo giorno dell’Ostello della Gioventù di Bergamo (che cambia gestione)
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Nell’ultimo giorno dell’Ostello della Gioventù di Bergamo, oggi lunedì 10 ottobre, è arrivata poche ore fa la considerazione amara di Michele Forchini, presidente della società Italia Holiday Service, che ha gestito fino a questo momento la realtà: «Oggi l’ultimo ospite varcherà le porte dell’Ostello di Bergamo. Ciò che avverrà successivamente non mi è dato saperlo. Il ramo d’azienda della fallita Aig (Associazione italiana alberghi per la gioventù) è stato acquisito da un altro soggetto già qualche mese fa e tra pochi giorni cesserà ufficialmente la nostra gestione. È un saluto amaro, perché l’ostello sin dal 2016 si è dimostrato difficile, antieconomico e con situazioni pregresse poco chiare». A chiudere il conto con la Provincia sarà Central Hostel Bg, la società che si è aggiudicata la gestione del ramo d’azienda messo in vendita dalla Curatela, che ne acquisisce quindi anche il debito.

Nonostante ciò, ha spiegato Forchini, «grazie al lavoro di tutti è riuscito nel 2019 a tornare faticosamente in attivo», arrivando addirittura al «trionfo agli Hospitality Social Awards di Rimini, un importante premio nazionale». In seguito, con l’arrivo del Covid, è iniziato un nuovo complicato periodo, senza lavoro e con dipendenti in cassa integrazione, «dalla proprietà mai un aiuto tangibile, solo solleciti e richieste di pagamento». Dopo il 2020, anche il 2021 è stato caratterizzato dalla cassa integrazione, da cui l’ultimo dipendente è uscito solo a settembre di quell’anno. Poi era arrivato il 2022, con la ripartenza nonostante «le bollette assassine di gas ed energia», con il ritorno del turismo favorito dall’allentamento delle restrizioni sanitarie.

A quanto pare, però, la situazione sarebbe stata talmente impossibile da non permettere un effettivo rilancio, con l’impossibilità quindi di presentarsi al bando 2023. «Dispiace perché Bergamo meritava un Ostello vero, degno di quel nome e oggi non so se continuerà ad esserlo». Forchini ha inoltre espresso preoccupazione per i quattro colleghi provenienti dalla vecchia gestione, i quali con molta probabilità non verranno assorbiti, in quanto il bando di vendita non li menzionerebbe nemmeno. «La vita non è fatta solo di successi. Si vince e si perde. E questa è una sconfitta – è stata la triste conclusione -. Ma non una di quelle meritate, è una sconfitta dove si ha la sensazione che con le cose fatte nel modo giusto e con una mano tesa tutto si sarebbe risolto». C’è stato infine il ringraziamento a tutti coloro che hanno appoggiato il progetto, annunciando che «ci saranno altre avventure, in altri luoghi e in altri laghi».

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