Maltempo in Bergamasca: strade allagate e piante cadute, ma nessuna emergenza
Registrata qualche frana e smottamento e dei torrenti sono esondati. Riunione in Prefettura alle 12.30, l'attenzione rimane alta
La situazione meteo è attentamente monitorata dalle autorità fin da stamattina (martedì 8 ottobre) in tutta la Bergamasca a causa delle piogge incessanti - e a tratti anche molto forti - che si stanno abbattendo sul nostro territorio. Il 9 ottobre, fortunatamente, dovrebbe esserci una tregua. La preoccupazione, però, è per giovedì, quando le precipitazioni dovrebbero riprendere con forti rovesci.
Attenzione alta nelle valli
Tuttavia, oggi i fiumi si sono notevolmente ingrossati, con un innalzamento del livello che ha portato a vari allarmi in provincia. Per esempio, sulla statale 42 tra Trescore ed Entratico l'acqua ha invaso il tratto, con disagi per gli automobilisti, ma problemi si sono avuti anche in Val Seriana, per la precisione tra Nembro e Villa di Serio sulla provinciale 65, nel tratto che prende il nome di via Fermi. Vicino al ponte romano, il maltempo ha provocato anche lì l'invasione della carreggiata, ma non è stato necessario chiudere la strada e l'allarme è poi rientrato.
Un torrente è pure esondato a Sant'Omobono Terme, si è segnalata una frana a Gorno e uno smottamento ad Ardesio, in località Ludrigno, oltre che alberi caduti a Capizzone e Mapello, nella località Cabergnino. Forti piogge anche in Val Brembana, con l'attenzione alta in località come Branzi e Santa Brigida, ma anche a San Pellegrino, dove il Brembo è tenuto monitorato.
Preoccupazione anche a Seriate, dove (come si vede nel video qui sopra) il Serio s'è preoccupantemente ingrossato nelle ultime ore.
Isola e Dalmine in allerta
Nell'Isola bergamasca, a Bonate Sopra, si sono chiuse le vie Cabanetti, Piave e Umberto a causa dell'esondazione del Dordo, mentre a Chignolo d'Isola la protezione civile ha chiuso la provinciale 160 che collega a Madone. A Dalmine, invece, alle 18 si è registrata un'esondazione del Brembo in zona Plis, al parco del Belvedere.
A Bergamo situazione sotto controllo
A Bergamo città, dove l'attenzione rimane molto alta dopo la disastrosa alluvione dello scorso 9 settembre, la sindaca Elena Carnevali aveva già deciso la scorsa serata, così come molti sindaci della provincia e in particolare nelle valli, di sospendere le lezioni scolastiche per superiori e università. Ciò per permettere ai mezzi di soccorso e alle autorità, in caso di emergenze, di muoversi più agilmente nel reticolo di traffico ed evitare incidenti dovuti ai forti rovesci.
La Tremana in via Ponte di Pietra, dove nello scorso allagamento era avvenuto un cedimento della strada, non è esondato. Tuttavia, il suo livello è aumentato di molto, come mostra un video di Vittorio Apicella, ex candidato sindaco del Movimento 5 Stelle.
Fino a questo primo pomeriggio, comunque, non si era registrata nessuna particolare criticità, tranne due piante cadute nelle vie Castagneta e Valverde, mentre i corsi d'acqua risultavano sotto controllo, compresa la zona ritenuta critica della Morla. Segnalato e però prevedibile il ritorno della "cascata" sulle mura di Città Alta, dove ha ceduto il muro parapetto del parco di Sant'Agostino.
Rimane l'allerta rossa, con una Riunione in Prefettura alle 12.30 a cui hanno partecipato diversi sindaci del territorio, oltre a membri delle forze dell'ordine e dei soccorsi. Da quanto riportato, non si sarebbero riscontrate gravi emergenze a questa tornata, anche se si continua a vigilare sullo stato della situazione.
Fino a che gli stipendifici pubblici, come comuni, provincia, parchi, consorzi, ecc. non vogliono lavorare per la sicurezza dei fiumi e delle montagne, colline comprese, le alluvioni e gli allagamenti continueranno, e NON è colpa del cambiamento climatico, ma solo loro! I boschi vanno puliti, in modo che l'acqua venga assorbita dal terreno, oggi reso impermeabile da tutti i detriti lasciati a marcire; devono lasciare che ramaglie, foglie e quant'altro possano essere raccolte dai privati che lo vogliono, come è sempre stato per secoli; le piante vanno tagliate, non aumentate (il troppio stroppia). I nostri avi curavano il bosco, tagliando le piante inutili e dannose, il terreno era pulito e trovavi funghi e castagne, oggi non si riesce neppure ad entrarci. Se il terreno dei boschi è pulito, la pioggia pur forte, non trascina a valle tutti i detriti che poi chiudono scarichi e fiumi, come successo il 9/9 scorso. Qui il Parco dei colli ha avuto una enorme responsabilità in questi allagamenti, per aver impedito la pulizia dei boschi delle colline, dei fiumi, dei fossi. Lo stesso vale per il Parco delle Orobie. 60 anni fa c'era il 40% di piante in meno (le foto lo dimostrano), i boschi erano puliti e avvenimenti come l'ultimo erano rari, oggi invece l'incuria totale degli enti pubblici, li fa avvenire molto più spesso. Per non dire delle licenze di costruzione date dai comuni senza il controllo preventivo dei territori, ma solo per incassare gli oneri di urbanizzazione. È ora di agire, di pulire veramente fiumi e boschi, di dragare e abbassare il letto dei fiumi, innalzatosi negli anni, non di chiacchierare e dare la colpa al cambiamento climatico...
Gli "esperti" affermano, che non esistono emergenze! Poi, chissà come mai, assistiamo a disastri. Alluvioni, persone che perdono la vita, la casa, la propria attività e così via. Ovviamente, è sempre colpa del cambiamento climatico, non dell'incuria dell'uomo!