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"Progetto Adriana", la rete antifascista che vuole «riassegnare gli spazi dedicati ad Antonio Locatelli»

La neonata organizzazione: «L’antifascismo è pratica quotidiana, non un abito occasionale»

"Progetto Adriana", la rete antifascista che vuole «riassegnare gli spazi dedicati ad Antonio Locatelli»
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«Siamo una rete di cittadini, cittadine, associazioni, studenti e studentesse, collettivi, sindacati tutti antifascisti. L’antifascismo è pratica quotidiana, non un abito occasionale. Una pratica culturale e sociale, quindi anche politica, capace di leggere il presente e smascherare vecchi e nuovi fascismi, creando alternative reali». Così si presenta “Progetto Adriana”, neonata organizzazione che prende il nome dalla partigiana bergamasca Adriana Locatelli, che si impegnò per sottrarre i ricercati alla barbarie del regime, organizzò la banda della Maresana e subì violenti interrogatori da parte dei nazifascisti.

“Progetto Adriana” vuole porre maggiore attenzione ai luoghi della resistenza e a quelle vie, edifici, personaggi e spazi pubblici che portano nella loro simbologia il fascismo. Questo perché i nomi, i luoghi e gli edifici non sono elementi slegati dal territorio, indifferenti al contesto sociale in cui sono inseriti, bensì lo rispecchiano.

«Il nostro obiettivo primario – si legge in un comunicato - è riassegnare le vie, scuole, edifici pubblici o associazioni dedicate ad Antonio Locatelli ad Adriana Locatelli, partigiana bergamasca. La riintitolazione di questi spazi ci porta a riflettere e a crescere in una pratica comunitaria antifascista, ci aiuta a comprendere le odierne pratiche fasciste e ci avvicina alle storie dei partigiani del nostro territorio. Inoltre la sensibilizzazione deve mostrare come nel presente il fascismo sia ancora una presenza reale, per questo ci impegniamo anche a mappare le realtà fasciste del territorio, smascherare le misure di repressione che anche oggi ci opprimono, mostrare quali elementi della nostra società sono ancora strettamente collegati a un'ideologia fascista».

Emblematica, secondo la rete antifascista bergamasca, la narrazione «tossica» che gravita attorno alla figura di Antonio Locatelli, che rappresenterebbe una mentalità pigra e accomodante. «Antonio Locatelli non è un eroe bergamasco – sottolinea la nota -. Antonio Locatelli è un assassino, un criminale di guerra che ha scelto di annientare con gas velenosi uomini, donne e bambini durante le infami campagne eritree ed etiopi. Vie, edifici, associazioni e luoghi non possono continuare ad essere legittimazioni dove il fascismo può trovare casa e agibilità».

«Da qui in avanti – conclude “Progetto Adriana” - ci promettiamo di raggiungere risultati concreti attraverso il dialogo, la sensibilizzazione e la partecipazione di tutti. Un percorso eterogeneo che sappia praticare antifascismo quotidianamente, in grado di leggere criticamente il presente e continuare a pensare i simboli della città come contenitori di valori antifascisti».

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