Stop alle gare: nei fiumi e nei laghi non si possono più pescare trote e coregoni
Una lista controversa che ha fatto molto discutere negli ultimi mesi e che infine ha portato a quello che tanti pescatori temevano: non ci saranno più immissioni di trote fario e iridee nelle acque lombarde, per cui le competizioni andranno incontro a uno stop.
Nel decreto della Direzione generale per il patrimonio naturalistico, datato 2 aprile 2020, c'è il divieto di semina per numerose specie alloctone, cioè non originarie dei nostri fiumi e laghi. In queste rientrano trota iridea, trota fario, coregone, lavarello e salmerino alpino. Appoggiandosi a queste norme, il Wwf ha presentato un esposto in Regione per chiedere di fermare anche da noi le attività di immissione.
Il risultato è stato ottenuto e di conseguenza, l'associazione Pescatori di Bergamo Fipsas, che nella nostra provincia gestisce sia i campi di gara che le semine, effettuate con i giovani esemplari allevati in Val Brembana e Val Seriana, ha dovuto comunicare la necessità di fermare le competizioni. Un bel problema, tenendo conto che della pesca professionale vivono diverse attività sul nostro territorio.
Uno degli aspetti contestati, sottolineato anche dall'assessore regionale Fabio Rolfi, è quello legato alla presenza di specie non autoctone ma presenti nei nostri fiumi e laghi da anni. La trota iridea, ad esempio, è presente da almeno un secolo e non può neanche ibridarsi con altre specie autoctone. Presente sul territorio nazionale da molto tempo anche la trota fario, sebbene prima fosse considerata indigena e sottoposta a tutela. Ancor più paradossale la situazione del coregone, un pesce che si riproduce nel lago di Como fin dall'Ottocento. Tutti motivi che hanno spinto in diversi casi le regioni a chiedere al governo di rivedere il provvedimento, finora senza alcun risultato.
A inizio estate i senatori leghisti Simone Bossi e Giorgio Maria Bergesio hanno presentato un'interrogazione parlamentare sulla questione, chiedendo l'adozione di un provvedimento transitorio concordato con le regioni, consentendo comunque delle immissioni e nel frattempo andare a rivedere la classificazione delle specie alloctone. Da parte dell'associazione Pescatori di Bergamo, già il 12 agosto, nella comunicazione della sospensione delle attività si legge che è stato avviato un dialogo con le istituzioni: «La Federazione, nella persona del Presidente Ugo Claudio Matteoli, si è mossa fin da subito e si sta adoperando con sollecitudine attraverso i canali ufficiali per poter avere almeno la possibilità di svolgere le attività fino ad ora autorizzate».
«Sono cosciente - ha detto il presidente - che queste decisioni comportino problematiche non solo a livello sociale ma anche a livello economico per chi lavora nel mondo della pesca e non solo. Cercheremo ragionevolmente di contrastare queste scelte».