ai piedi del resegone

Nuova strada tra Valsassina e Valle Imagna: una petizione chiede che si fermi l'opera

Lanciata su change.org ha raccolto più di 300 firme in poco tempo. I 5 milioni di euro potrebbero essere investiti per mettere in sicurezza i collegamenti esistenti

Nuova strada tra Valsassina e Valle Imagna: una petizione chiede che si fermi l'opera
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I quasi 5 milioni di euro di denaro pubblico sarebbero utilizzati per realizzare una nuova strada carrabile, asfaltando il Resegone, potrebbero essere investiti per mettere in sicurezza e rendere più facilmente percorribili gli altri collegamenti stradali tra la Valle Imagna, la Valsassina e la Val Taleggio.

È la tesi di fondo che ha spinto Claudio Gilio a lanciare sulla piattaforma change.org una petizione per chiedere di bloccare il progetto in itinere, presentato al Consiglio regionale della Lombardia, che punta alla costruzione di una nuova strada che colleghi la Valle Imagna con Morterone in Valsassina e con il Culmine di San Pietro verso la Val Taleggio.

La raccolta firme, che come riportano i colleghi di PrimaLecco ha già raccolto più di 300 sottoscrizioni, è indirizzata alla direzione generale Enti locali, Montagna e Piccoli comuni di Regione Lombardia, al Consiglio regionale, ad Ersaf, alla Comunità montana e ai Comuni di Morterone e Fuipiano Valle Imagna.

«Attualmente – sottolinea la petizione - esiste già una rete di strade agrosilvopastorali con fondo in ghiaia, terra battuta o calcestruzzo in buono stato di manutenzione e agevolmente percorribili con trattori, pick-up, fuoristrada e, in generale, i mezzi tipici del lavoro in alpeggio». La nuova strada, invece, insisterebbe su luoghi tutelati, di particolare pregio paesaggistico e interesse naturalistico. Ad esempio la Costa del Palio, una successione di modeste elevazioni poste a nord del Resegone.

È da questa considerazione che nasce la richiesta di bloccare il finanziamento dell'opera. Così come molteplici sono le ragioni esposte da chi ha promosso la raccolta firme. «Una strada asfaltata, con il suo bagaglio di traffico, rumore e parcheggi danneggerebbe in modo grave e irreparabile una porzione di territorio finora risparmiata dal degrado del paesaggio e dalla perdita di identità dei luoghi, che invece affliggono molte zone montana delle provincie di Bergamo e Lecco. Esiste già una rete di strade bianche utili al lavoro in alpeggio e in bosco e perfette per il passaggio di ciclisti ed escursionisti».

«L'asfalto e gli escavatori non sono la cura allo spopolamento della montagna e al degrado del suo tessuto economico – continua il testo della petizione -. Al contrario sono vettori di danni irreparabili al paesaggio e all'ambiente. Una onesta attenzione della politica per l'economia e il territorio di montagna dovrebbe sviluppare soluzioni ad hoc, che concilino il sostegno alle attività economiche, la tutela del paesaggio, la sostenibilità ambientale ed economica e il turismo di qualità. I quasi 5 milioni di denaro pubblico possono essere investiti nella sistemazione della strada Ballabio-Morterone, nella manutenzione delle strade agrosilvopastorali esistenti, per progetti di promozione territoriale o a sostegno di start-up».

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