Nuovo radiofaro in aeroporto: Legambiente chiede che l'opera venga rivista
Per costruire l'antenna verranno tagliati 600 alberi, anche di pregio. L'associazione denuncia l'impreparazione dei politici bergamaschi nel valutare l'intervento
Il nuovo radiofaro che servirà l’aeroporto di Orio al Serio è uno strumento previsto da oltre vent’anni, ma secondo Legambiente il progetto dovrebbe essere rivisto. Troppo pesante l’impatto sull’ambiente e sulla vegetazione circostante, visto che per la sua costruzione verranno abbattute oltre 600 piante, anche di pregio, traccia della memoria agricola e del paesaggio bergamasco.
Ma l’associazione ambientalista denuncia anche un’ulteriore aspetto: la quasi totale impreparazione dei politici bergamaschi.
«A leggere la cronaca dei lavori di venerdì della 3 commissione viene da domandarsi come possano i decisori arrivare così impreparati sul tema da dibattere – sottolinea Legambiente -. Se si esclude un numero molto ristretto di consiglieri, sembra di capire dai giornali che i più non sapessero né di cosa si trattasse né tantomeno di possibili alternative. Se, come è previsto, si discuterà lo stesso argomento in consiglio comunale, auspichiamo che i consiglieri abbiano avuto il tempo e la voglia di approfondire il tema e di rendersi conto delle problematiche connesse».
Il radiofaro dovrebbe essere completato entro il 2023; due anni durante i quali il Comune avrebbe tutto il tempo per raccogliere le informazioni necessarie a valutare le ricadute sui cittadini dell’intervento. È da marzo che Legambiente chiede che il progetto venga modificato, a maggior ragione visto che i piani per l’antenna risalgono al 2000 e, di conseguenza, fanno riferimento alla tecnologia di quegli anni.
«Si tratta di un progetto ormai vecchio e che ha alternative più moderne ed efficaci – spiega -. Basta leggere il sito di Enav, l’Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo, per rendersi conto che il presente e il futuro dell’assistenza è il PBN, tecnologia che non richiede strutture così impattanti. Se davvero l’obiettivo prioritario fosse la sicurezza, riteniamo che si debbano adottare le tecnologie più evolute per ottenerla».
Oltre a questo aspetto vi è poi quello del taglio di un gran numero di piante. «La Giunta rivendica come un gran risultato aver ottenuto che Sacbo rimetta a dimora un numero di alberi pari a quelli che taglia – stigmatizza Legambiente -, senza considerare minimamente il concetto di “servizi ecosistemici forniti”. A marzo Sacbo provava a smentire il nostro allarme, minimizzando la portata del taglio e classificando la vegetazione come principalmente arbustiva. Ma le relazioni depositate in comune e le tabelle allegate parlano di tutt'altro».
Lo scetticismo dell’associazione ambientalista è legato a piani di sviluppo aeroportuali e di incremento dei voli cui punta l’aeroporto nonostante non sia ancora terminato l’iter procedurale per la valutazione dell’impatto ambientale. «Sono evidenti a tutti le problematiche generate dall'attività dell'aeroporto che vanno a ricadere su un numero sempre crescente di cittadini – conclude Legambiente -. Questo impianto sembra finalizzato ad incrementare ulteriormente il traffico aereo piuttosto che a rendere più compatibile lo scalo con il territorio circostante».