Quinta ondata?

Omicron 2 dilaga a Bergamo ma nessun allarme (e senza sintomi basta fare i tamponi)

I casi sono tornati a crescere, però dal Papa Giovanni arrivano segnali incoraggianti. Il dott. Fagiuoli: «Forse si sta andando verso l'endemia»

Omicron 2 dilaga a Bergamo ma nessun allarme (e senza sintomi basta fare i tamponi)
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di Andrea Rossetti

La quinta ondata è iniziata? Numeri alla mano, la crescita della curva epidemiologica in Italia, così come in Lombardia e in Bergamasca, è ormai indubbia. Il report di Ats del 23 marzo, infatti, sottolinea come, nell’ultima settimana, i nuovi casi nella nostra provincia siano stati 3.233, ossia 898 in più rispetto alla settimana precedente. E così, mentre il Governo ha annunciato da inizio aprile un piano di costante riduzione delle restrizioni in vigore contro il Covid, parallelamente diverse voci sono tornate a parlare, ad esempio, di quarta dose di vaccino per tutti. Cosa pensare, dunque?

I contagi da Omicron 2

«La situazione che stiamo osservando ce la aspettavamo», commenta il dottor Stefano Fagiuoli, direttore del Dipartimento di Medicina dell’ospedale Papa Giovanni. Fagiuoli, infatti, sottolinea come, dopo il rapidissimo crollo dei casi e delle ospedalizzazioni del mese scorso («Siamo passati in cinque giorni da circa 150 ricoverati Covid a meno di cinquanta»), fosse prevedibile un rialzo dei contagi, dato che il coronavirus non è scomparso e che l’attenzione delle persone è, nel complesso, calata. Non solo: «Si è rapidamente diffusa la sottovariante Omicron 2, che rappresenta attualmente più del sessanta per cento dei nuovi casi in Bergamasca - spiega Fagiuoli -. Insomma, come sempre negli ultimi due anni, stiamo osservando qualcosa di nuovo e di sconosciuto. Il virus, com’è normale che sia, si evolve».

La questione, dunque, è capire qualcosa in più di questa Omicron 2... «Con la Omicron 1 abbiamo visto che il vaccino offre una protezione importante. Di fatto, il rischio di morte nelle persone vaccinate è stato praticamente azzerato e quello di complicanze gravi ridotto ai minimi termini. Con questa sottovariante la prima impressione è simile: il virus pare aver aumentato la propria capacità infettiva, la sua “virulenza”, ma pare anche non comportare conseguenze cliniche rilevanti. I soggetti vaccinati continuano a essere ben protetti. Se così fosse, sarebbe un’ottima notizia: si starebbe andando sempre più dalla pandemia verso l’endemia».

Ricoveri sotto controllo

Questa prima impressione sarebbe confermata anche dalla situazione negli ospedali. «Il rialzo dei contagi è iniziato ormai da un paio di settimane - commenta Fagiuoli -, eppure la situazione dei ricoveri Covid in area medica qui al Papa Giovanni è stabile: siamo fissi sui 40 pazienti. È presto per fare delle valutazioni basate su basi scientifiche, ma questa situazione va nella direzione che le ho indicato. Se mi chiede un giudizio personale, ritengo che i casi non caleranno in breve tempo. Anzi, probabilmente, con andamento altalenante, la curva continuerà lentamente a crescere, ma le ospedalizzazioni resteranno stabili. Ammetto che se, da qui alle prossime due settimane, i pazienti Covid in area medica o addirittura in terapia intensiva, dovessero aumentare in maniera consistente sarei sorpreso. Certo, in questi due anni il virus ha dimostrato più volte di seguire strade a noi sconosciute, però qualcosa abbiamo imparato... Comunque preferisco non fare previsioni. Dal 2020 a oggi ne abbiamo fatte fin troppe e poche volte ci abbiamo preso».

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