la raccolta firme

Parco Caprotti, 176 residenti ne chiedono la riapertura. «Non è il giardino di una scuola»

Fino al 30 giugno potranno accedervi solo alunni e insegnanti della scuola di via Pradello. Ribolla: «Chi paga la manutenzione? I cittadini esclusi?»

Parco Caprotti, 176 residenti ne chiedono la riapertura. «Non è il giardino di una scuola»
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Sono 176 i bergamaschi che hanno messo nero su bianco il proprio disappunto per la chiusura al pubblico del parco Caprotti. Tanti quanti hanno sottoscritto una raccolta firme promossa dopo aver saputo che il giardino comunale resterà interdetto fino al 30 giugno, così da garantire la ricreazione e lo svolgimento delle attività agli alunni iscritti al plesso scolastico di via Pradello.

«Sembra incomprensibile che questo privilegio sia riservato soltanto ad alunni e docenti di una scuola. Il parco Caprotti non può essere ridotto a giardino di una scuola», sottolinea il consigliere comunale leghista Alberto Ribolla che, alla luce del gran numero di firme raccolte, ha invitato Palazzo Frizzoni a riconsiderare il provvedimento di chiusura. La richiesta avanzata all’Amministrazione, sostanzialmente, è quella di riaprire almeno parzialmente l’area verde. Magari il sabato e la domenica, o comunque quando gli studenti non sono impegnati nell’attività didattica.

«A tutti sta a cuore la salute dei bambini – aggiunge Ribolla - ma in questo caso il sacrificio che viene chiesto a chi rimane escluso, compresi i bambini che non frequentano la scuola, sembra sproporzionato rispetto all’utilizzo che ne viene fatto sia in termini di numero di utenti, sia in termini di tempo di utilizzo effettivo. Tutti i giorni, infatti, è possibile constatare che il parco è frequentato da un numero esiguo di bambini rispetto alle sue dimensioni e che rimane completamente vuoto per la maggior parte della giornata».

La decisione di chiudere il parco Caprotti è un retaggio del passato anno scolastico. All’epoca Palazzo Frizzoni ne aveva disposto la chiusura perché il plesso scolastico di via Pradello, non disponendo di uno spazio esterno per la ricreazione, utilizzava già da tempo il giardino per l'intervallo. Questo però creava una situazione di promiscuità con i normali frequentatori che le norme anti-Covid non consentivano.

Ora però, secondo il consigliere del Carroccio, la sicurezza dei bambini «può essere garantita con una maggiore e più adeguata sorveglianza, non con una disposizione così drastica, parziale e penalizzante» per le persone anziane, le mamme con bambini piccoli, i lavoratori in cerca di relax durante la pausa pranzo, o i condomini che abitano nel palazzo attiguo al giardino.

Chi paga la manutenzione?

C’è poi un altro aspetto che preme ad Alberto Ribolla: ora che è il plesso scolastico a utilizzare in via esclusiva il parco, è la scuola che ne paga la manutenzione, oppure è il Comune?

«Nelle ultime settimane – conclude il consigliere d’opposizione -nel parco sono stati fatti interventi di giardinaggio, come il taglio dell’erba e un importante intervento di potatura degli alberi secolari». Ma se i costi fossero a carico dell’amministrazione, allora vorrebbe dire che le spese sono a carico dei contribuenti. Che però per i prossimi nove mesi non potranno frequentare il giardino.

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