Piscine Italcementi, Ribolla (Lega): «Bloccate i lavori, non rispettano le condizioni dell'atto di donazione»
«L'Amministrazione si era impegnata a mantenere la palestra (che a progetto è sparita) e a non cedere la proprietà a privati»

«I vincoli della donazione delle Piscine Italcementi non sono rispettati nell'intervento di riqualificazione». A sostenerlo è il consigliere comunale di Bergamo Alberto Ribolla (Lega), che ha presentato oggi (giovedì 17 luglio) un'interpellanza a Palazzo Frizzoni per chiedere di bloccare i lavori, partiti lo scorso 7 luglio.
Le disposizioni della donazione
L'operazione, a parere dell'esponente dell'opposizione, anche appoggiandosi ai dubbi espressi dalla minoranza in passato durante la Giunta Gori, sarebbe sostanzialmente illegittima. Questo perché contravverrebbe a delle disposizioni obbligatorie che, nel 1972, quando gli impianti erano diventati di proprietà comunale, l'Amministrazione di allora si era impegnata a rispettare.
Ribolla chiede quindi, prima di procedere con i lavori, «una attenta e fattiva riflessione e ulteriori approfondimenti, stavolta più circostanziati, con seri pareri legali anche confrontati con la cittadinanza, prima che si intervenga sulla struttura e si parta col cantiere».
Per il consigliere, mancherebbero le garanzie sulla compatibilità della ristrutturazione del Centro sportivo in partenariato pubblico privato con quanto previsto dalla donazione, nel cui atto si chiedeva di mantenere la palestra (che nel progetto attuale invece è sparita) e di mantener la proprietà pubblica (con la locazione finanziaria, di fatto la proprietà veniva trasferita alla società di leasing, quindi non era più del Comune).
Già a febbraio 2024, l'allora consigliere Enrico Facoetti aveva presentato un'istanza di sospensione della delibera proprio per questi motivi, ma la maggioranza aveva respinto la richiesta, sostenendo che era comunque conforme all'atto di donazione.
Documento che, però, non era citato nel testo della delibera. Dopo l'approvazione di quest'ultima, Facoetti si era procurato l'atto di donazione di originario: «A pagina 346 è presente una descrizione della donazione stessa ed è chiaro che si tratti di una donazione modale - ha spiegato Ribolla -. In particolare, sono citate le strutture e le attività sportive ivi esercitabili, con espresso divieto di mutarne per l'avvenire, anche in parte, la destinazione.
Appare chiaro che vi sono disposizioni e destinazioni con cui il sindaco di allora, nel 1972, si era formalmente impegnato anche per il futuro e in occasione di lavori miranti all’obbligatorio mantenimento di tutte le destinazioni e funzioni del Centro sportivo».
«Rischio indagini Anac e Corte dei conti»
A ciò, si aggiunge il fatto che, per il consigliere leghista, la proposta del privato penalizza il servizio sportivo alla città, eliminando una palestra che era impiegata a tutti gli effetti come un palazzetto sportivo, a favore di strutture ludiche che porteranno profitti a un privato. Delle modalità che, per il rappresentante dell'opposizione, sarebbe in contraddizione con lo spirito della donazione Italcementi.
In aggiunta, ci sarebbe un «pericolo di danno erariale, anche per la mancata prevalenza dell’interesse pubblico, che richiede servizi per lo sport e non parchi acquatici o centri benessere». Considerando dunque il «trasferimento improprio della proprietà ad altro soggetto», l’interruzione di un servizio pubblico «non avendo attentamente pesato la possibilità di mantenere sempre attive le strutture estive all’aperto», per Ribolla ci sarebbero anche gli estremi per possibili indagini da parte di Anac e Corte dei conti.