Ottimi segnali

Prenotazioni all'ultimo minuto, ma gli stranieri sono tornati in città (e il Green Pass aiuta)

Si cercano soprattutto case-vacanza. Tre giorni e mezzo di permanenza media. Sanchez (Visit Bergamo): «La promozione sta funzionando»

Prenotazioni all'ultimo minuto, ma gli stranieri sono tornati in città (e il Green Pass aiuta)
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di Wainer Preda

«Ci sono ottimi segnali». Sorride, metaforicamente e non solo, l’amministratore delegato di VisitBergamo, Christophe Sanchez. I dati dicono che a Bergamo il turismo è in ripresa. Netta per quanto riguarda i visitatori italiani. Un po’ più sfumata, ma decisamente benaugurante, per gli stranieri. Nel bimestre maggio-giugno gli arrivi e le presenze nella nostra città sono triplicate, rispetto all’anno precedente. Gli arrivi passano da 29mila a quasi 97mila. Le presenze da 70mila a quasi 215mila. Notevole in una città da 110mila abitanti. Frutto dell’enorme lavoro fatto dietro le quinte, di scelte azzeccate e della voglia di ritorno alla normalità dopo l’annus horribilis.

Sanchez, come si sta muovendo il turismo a Bergamo?

«Rispetto al 2019, a livello si presenze siamo ancora a meno 50 per cento. Però rispetto al 2020, nell’ultimo bimestre abbiamo incrementi notevoli, anche del trecento per cento. Si tratta per l’80 per cento di turismo nazionale. Ma da luglio stiamo notando un incremento anche degli stranieri».

Di che ordine di grandezza?

«Al momento non abbiamo ancora dati certificati. Ma gli operatori turistici ci segnalano un forte incremento di presenze straniere. Lo stesso vale per la ristorazione. Presenze molto più forti rispetto a giugno. Diciamo che ci sono segnali incoraggianti, anche se non siamo a livello del 2019».

Che tipo di turismo è quello di oggi a Bergamo?

«Da quanto rileviamo, si tratta di un turismo last minute. È difficile trovare quello che ti prenota quindici giorni prima. E molto più facile invece trovare chi prenota due giorni prima o la sera prima. D’altronde è inevitabile, considerando le variazioni repentine della pandemia».

Da quali Paesi viene il turismo straniero?

«Abbiamo una forte presenza di francesi, olandesi e tedeschi. Si spostano con la propria macchina. E mi sembra di capire che molti utilizzino maggiormente le case vacanza. Forse ancora per un problema di sicurezza. Se la puliscono loro, cucinano loro, e così via».

Mancano gli inglesi al momento?

«Per loro è un discorso diverso, anche per la difficoltà di spostamento fra gli aeroporti. Per gli inglesi è difficile, anche perché devono fare cinque giorni di quarantena. Al momento non abbiamo percezione della loro presenza. Però, al contrario, ci segnalano diversi arrivi dall’Est, dalla Polonia, dal Nord e dalla Francia. Questo è un po’ il sentiment, attuale».

E, una volta a Bergamo, quanto si fermano?

«Noi come “mission” puntiamo a presenze che rimangano sul territorio almeno due-tre giorni. Devo dire che quest’anno, rispetto ai precedenti, abbiamo permanenze più importanti. L’ordine di grandezza è di tre giorni e mezzo. Il turista soggiorna un po’ di più a Bergamo, va a visitare Brescia e il Lago di Garda, poi però torna a Bergamo. Il fatto di venire in macchina facilita: scelgono la nostra città come destinazione e poi vanno sul territorio».

Ad attirare è ancora Bergamo Alta?

«Sicuramente. Ma non solo. L’offerta di Bergamo oggi è ampia anche dal punto di vista esperienziale. Ci sono tantissime attività: visite guidate, gite in bicicletta, l’outdoor richiestissimo. Perché, attenzione, la gente si sposta sul territorio. Va al lago, per esempio. I dati dicono che il Basso Sebino ha recuperato la presenze del 2019, anzi le ha superate. Certo Bergamo ha sempre il suo fascino».

Quanto contribuiscono i dehors sull’appetibilità turistica della nostra città?

«Per il visitatore è una cosa meravigliosa vedere questi ristoranti all’aperto. È un po’ come accade nelle grandi città europee: piacevolissimo. Certo abbiamo avuto un luglio un po’ sfortunato per il maltempo. Speriamo in un agosto e un settembre migliori. In passato settembre e ottobre sono stati meravigliosi. La stagione è finita praticamente a ottobre. Mantenere aperti questi luoghi caratterizza, senza dubbio, l’offerta bergamasca».

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