Un'infinita odissea

Prima miliardi e poi milioni per il Titanic di Leffe, ora il cantiere per completare il recupero

Pronti a partire i lavori del Comune per riqualificare un'area in degrado da vent'anni. I passaggi di una storia "complicata", finita anche in Tribunale

Prima miliardi e poi milioni per il Titanic di Leffe, ora il cantiere per completare il recupero
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di Giambattista Gherardi

Un’odissea, o per meglio dire un naufragio, ormai prossimo al traguardo delle “nozze d’argento” e per la quale il Comune di Leffe annuncia la parola fine entro la prossima primavera. Con l’arrivo dell’autunno, sono pronti a partire in paese i lavori di riqualificazione del parco San Martino, posto in pieno centro ai piedi dell’omonima chiesa e da tutti conosciuto con il nome di Titanic.

Un appellativo meritato sul campo, per la particolare conformazione architettonica della struttura su più livelli realizzata alla fine degli anni ’90 dall’amministrazione leghista guidata dal sindaco Carlo Enea Pezzoli, morto nel 2020 in piena pandemia. L’idea del progetto dell’arch. Paolo Fabri di Bergamo era quella di una grande nave: la prua rivolta al centro del paese, la “chiglia” a delimitare via Donizetti, le “stive” rappresentate dalle autorimesse e i tre “ponti” identificabili in anfiteatro, area verde e area gioco. Circa 1.200 metri quadrati di parco, con diversi livelli collegati da rampe. I costi furono quantificati in oltre due miliardi e duecento milioni di lire e al tempo fu organizzata, nell’anfiteatro del Titanic, la “Festa di fine millennio” per salutare l’arrivo del fatidico anno 2000.

Il Titanic nel 1999 appena inaugurato
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Il Titanic nel 1999 appena inaugurato

Leffe Titanic primo lotto parco giochi inaugurato nel 2021
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Il primo lotto del nuovo Titanic, con il parco giochi inaugurato nel 2021

Leffe Titanic situazione agosto 2023 (2)
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L'attuale degrado al Parco Titanic di Leffe

Rendering Titanic 2023
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Il rendering del nuovo Titanic di Leffe

Lustrini e pailletes durano il tempo «di una canzone di Carnevale», come si dice da queste parti, perché negli anni immediatamente successivi la struttura subì un immediato degrado, finendo per diventare terra di nessuno. «L’amministrazione di Leffe - sostenne l’arch. Fabri quando, nel 2009, il Comune guidato dal sindaco Giuppy Carrara avviò il contenzioso legale con progettista e imprese esecutrici - ha aperto la causa dopo 9 anni, 11 mesi e 29 giorni dalla fine dei lavori. In tutto questo tempo sono state ignorate le segnalazioni e la disponibilità mie e dell’impresa a sistemare infiltrazioni non prevedibili, emerse già in fase di collaudo. Si è preferito il completo abbandono del parco, come confermato anche da interpellanze di quegli anni della minoranza, rimaste senza risposta. Il degrado complessivo, aggravato da atti di vandalismo ed incuria di chi gestiva il punto ristoro, è stato purtroppo una logica conseguenza».

Non dello stesso avviso i giudici, che dopo anni di udienze e tentativi di conciliazione hanno portato al Comune di Leffe nel 2017 un risarcimento complessivo di circa 370 mila euro, in parte già investito nel 2021 per il rifacimento del primo livello (quello più prossimo alla chiesa) con giochi per bambini. Ad arredare il nuovo spazio ci sono anche i murales di William “Wiz Art” Gervasoni, che raccontano la storia del paese e l’epopea dei Coertì.

Ora il Comune ha dato il via libera al secondo e terzo lotto, con cui nel vecchio anfiteatro verranno realizzati un giardino, vialetti con panchine, un area eventi, un locale di ristoro. Compresa nell’opera anche la riqualificazione del seminterrato adibito a box auto privati. «Con questa ultima fase - ha dichiarato l’attuale sindaco Marco Gallizioli - si conclude definitivamente la vicenda del parco San Martino. Un progetto che ha viste coinvolte diverse Amministrazioni, tutte accomunate dall’obiettivo di voler ridare vita a quell’area, abbandonata e vittima di degrado. Ora quella zona diventa un importante punto di collegamento tra il centro e l’oratorio, ma anche per il transito dei ragazzi che raggiungono la scuola. Un percorso lungo, intenso, ma finalmente si chiude nel migliore dei modi».

Per questo “rush finale” verranno spesi ulteriori 950 mila euro (con un contributo regionale di cinquecentomila euro nell'ambito del bando di rigenerazione urbana): in pratica, per i tre lotti di “riqualificazione” si spenderà tanto quanto fu speso alla fine degli anni ’90 per la costruzione. Vero che le cose “fatte due volte” probabilmente riescono meglio, ma in molti leffesi è forte il dubbio che probabilmente la destinazione più adeguata per quell’area fosse quella che proprio lì vide attivo il Dopolavoro, poi demolito per far posto al Titanic. Era una struttura architettonicamente elegante, all’interno della quale c’erano ampie sale, un cinematografo e il gioco delle bocce.

Il Dopolavoro di Leffe in una foto d'epoca

Non sono pochi quelli che lo rimpiangono ammirando le foto d’epoca che spesso appaiono sui social, segnalando magari come l’attuale scelta di un parco pubblico (vista la disponibilità di quello comunale in via Viani, ben più ampio, verdeggiante e attrezzato) potesse essere abbandonata in favore di aree sosta (parcheggio multipiano?) di cui il centro del paese ha sicuramente necessità. È evidente che comunque la scelta di togliere finalmente dal centro del paese macerie e rovi (che tuttora trionfano) sia un bel passo avanti: con il caldo che fa di iceberg all’orizzonte, per il Titanic, non dovrebbero davvero più essercene.

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