Prolungamento del tram da Albino a Vertova, c'è la convenzione tra Bim e Teb
Un finanziamento da 195 mila euro per effettuare uno studio di fattibilità del progetto, di cui si parla da tantissimi anni
Il prolungamento della linea tramviaria T1 della Valle Seriana inizia a prendere forma. Nella giornata di ieri, martedì 14 giugno, il Consorzio Bim del lago di Como e fiumi Brembo e Serio ha firmato una convenzione con Teb per lo studio delle attività di programmazione e progettazione del tratto da Albino a Vertova. Si tratta di un finanziamento da 195 mila euro, che serviranno per effettuare uno studio di fattibilità del progetto, compiere le analisi trasportistiche e l'analisi costi-benefici, oltre a valutare l'inserimento urbanistico dell'intervento.
Inizialmente, a marzo 2021, il Bim aveva stabilito di destinare un finanziamento di 290 mila euro per due studi di fattibilità: il primo, appunto, il proseguimento da Albino a Vertova (di 220 mila euro), mentre il secondo per il collegamento con la funivia di Albino-Selvino (70 mila euro). Successivamente, si è concordato di optare per il primo studio, ossia l'estensione della T1 fino a Vertova.
Sempre nel 2021, lo stesso Bim aveva destinato quattro milioni di euro anche per la realizzazione della T2 da Bergamo a Villa d'Almè per tutte le opere accessorie, come parcheggi, viabilità e piste ciclabili. Successivamente, aveva firmato un'altra convenzione con Teb per lo studio di fattibilità dell'estensione del progetto fino a San Giovanni Bianco e di un nuovo collegamento da Villa d'Almè fino a Ponte San Pietro.
«Gli scenari della mobilità bergamasca del futuro hanno al centro la tramvia – spiega il presidente del Consorzio, Carlo Personeni –. È una struttura accessibile, utile, integrata, connessa e generatrice di valore patrimoniale, sociale e di sviluppo urbanistico-territoriale, ma anche ambientale ed eco-sostenibile, perché permette di ridurre l'inquinamento nell'hinterland di Bergamo. Il tutto in linea con la nostra mission, che è quella di reinvestire sul territorio la risorsa del sovracanone idroelettrico, cioè i proventi derivanti dalle concessioni per lo sfruttamento delle centrali idroelettriche: il tutto per migliorare e rafforzare lo sviluppo socioeconomico delle comunità locali, che si evidenzia nel mantenimento dei servizi e nell'incremento dei posti di lavoro, condizioni essenziali per trattenere la gente nei paesi di montagna».