Qualità della vita in Bergamasca: gli indicatori peggiori? Pochi pediatri e laureati
24esimo posto nella classifica relativa ai bambini, 23esimo per quella dei giovani e 13esimo per gli anziani: cosa funziona e cosa meno
Foto da Lab24, Il Sole 24 ore
Nelle tre classifiche nazionali stilate da Lab 24-Sole 24 ore, e pubblicate domenica 26 maggio, in relazione alla qualità della vita di bambini, giovani e anziani, la provincia di Bergamo non eccelle mai tra le prime cinque posizioni, ma rimane comunque ben distante dalle ultime.
In generale, la Bergamasca conquista sempre un posto nel primo quarto della lista. In particolare, nella prima categoria Bergamo si posiziona al 24° posto, un punto sopra per la seconda (23°) e scala nettamente in alto per quanto riguarda la qualità della vita degli anziani, conquistandosi il 13° posto (sul totale di 107).
Bambini: mancano i pediatri
Per quanto riguarda la qualità della vita dei bambini, se la vicina Sondrio quest'anno ha conquistato il primo posto (seguita da Ravenna e Trieste), la provincia di Bergamo è rimasta invece nettamente indietro. Il 24° posto è dato dalla media di 12 indicatori dai punteggi molto altalenanti. Bene la presenza di edifici scolastici con palestra e, connesso a questo, l'indice sport e bambini (per entrambi 12esima posizione) e così anche i delitti denunciati a danni di minori e la spesa per famiglie con minori (22° e 19° rispettivamente).
Malissimo invece i pediatri, che portano Bergamo agli ultimissimi posti della classifica, al 94° posto. Il dato va a confermare le mancanze del sistema sanitario lombardo, che in provincia di Bergamo si sta caratterizzando non solo dalla forte carenza di medici di base, ma anche di professionisti dedicati alla fascia 0-14 anni. In Bergamasca ci sono 1,6 pediatri ogni mille bambini contro la media nazionale di 2,2, che impallidisce di fronte ai 4,9 di Cagliari, al primo posto in questo indicatore.
Giovani: tanti occupati, ma pochi laureati
La Bergamasca risale di un punto in tema di giovani: 23esima nella classifica nazionale dominata da Gorizia al primo posto. Anche in questo caso non mancano punte di eccellenza, come la disoccupazione giovanile, molto bassa. I giovani bergamaschi sono infatti tra i più occupati d'Italia (5° posto) con una media di disoccupati del 5,7 per cento, contro il 13,8 per cento della media nazionale. Bene anche il numero di contratti passati a indeterminati da una precedente condizione di rapporti a termine, stagionali, in somministrazione, intermittenti e apprendistato: sono 19,3 ogni mille abitanti, contro i 14,2 della media nazionale (11° posto).
Meno bene altre voci, come il canone di locazione in zona semicentrale, che ha una forte incidenza sul reddito medio (62esimo posto in Italia). Sotto la media nazionale è poi il numero di bar e discoteche ogni diecimila residenti 18-35. Ma il dato più basso, che porta la Bergamasca al 94° posto, è il numero di laureati (tra i 25 e i 39 anni): solo il 20,2 per cento contro il 27,1 per cento della media nazionale.
Anziani: posti nelle Rsa sopra la media nazionale
Bergamo risale nelle posizioni alte per la qualità della vita degli anziani: 13esima (Trento al primo posto). In particolare, la provincia eccelle con un 4° posto per il basso consumo di farmaci per malattie croniche (ipertensione, diabete, asma-Bpco) con un numero di unità minime farmacologiche pro capite vendute ben sotto la media (168,4 contro 198,6 della media nazionale). Bene anche la partecipazione civile, intesa come dipendenti non profit con più di cinquant'anni ogni mille residenti della stessa età (16° posto). Bergamo risulta sopra la media nazionale anche per posti letto nelle Rsa disponibili ogni mille over 65: 27,6 contro 19,4.
A far scendere di posti la Bergamasca è ancora una volta l'aspetto sanitario: il numero di infermieri non pediatrici ogni mille abitanti è inferiore alla media nazionale (53° posto). Male anche gli indicatori relativi al numero di utenti dei servizi comunali (56° posto) e, il peggiore, quello relativo al numero di cittadini esposti a inquinamento acustico: sono 15,1 ogni centomila abitanti, contro la media nazionale di 14,6.
Carissimo utente che dai degli ignoranti ai BERGAMASCHI , se non ti senti BERGAMASCO e rappresentato da un popolo non acculturato, cambia e cercati un territorio che ti rappresenti, ma ti ricordo che siamo comunque un popolo di estrazione contadina, e quello che tu disprezzi è stato fatto e fondato con il lavoro e il sudore di persone che tu definisci ignoranti, ma che forse dovresti ringraziare. Torno a dirti che tu non sei un BERGAMASCO e sono orgoglioso che tu non lo sia.
Utente non so chi tu sia ma da quello che hai scritto si capisce il livello della tua massa celebrale.
Gentile signora Anna, i tempi sono cambiati e ad oggi non necessariamente una laurea ma un titolo di studio che consenta di svolgere in modo professionale una qualsivoglia attività è necessario. Verifichi quante industrie nella Bergamasca avrebbero bisogno di manodopera tecnicamente preparata e non riescono a trovarla Il motivo è appunto la dispersione scolastica che in queste zone è altissima. Se così non fosse probabilmente i nullafacenti che si dilettano in atti vandalici se non di peggio sarebbero molti meno. La scuola non è solo cultura ma è anche civiltà. Se tutti ragionassimo con i suoi parametri chi più potrebbe esercitare uno qualsiasi di quei lavori che richiedono agli operai di aver dimestichezza con la tecnologia. Gli operai a cui lei si riferisce non esistono più.
Gentile Mariano, chi non è andato a scuola spesso non è in grado di discernere tra "buono" e "cattivo". E quindi non è in gradi di avere una visione critica delle varie porcherie riconducibili a Gori
Non essere laureati non significa non essere andati a scuola Se tutti fossimo laureati nessuno più farebbe i lavori per i quali la laurea non è necessaria. Molti laureati non concoscono e non parlano correttamente la lingua Italiana. Molti dei grandi capitani d'industria del passato avevano la licenza elementare. L'università può dare cultura, ma non intelligenza e capacità innate. Se noi BERGAMASCHI fossimo così ignoranti la nostra città non sarebbe fra le più prospere d'Italia. Noi non ci accontentiamo , ogni giorno cerchiamo di migliorare noi stessi nel lavoro. Ecco, forse il grande difetto del popolo Bergamasco è quello di anteporre il LAVORO a tutto il resto. Amiamo le nostre tradizioni popolari e la nostra squadra di calcio. Io sono orgogliosa di essere Bergamasca, Lombarda, Italiana.