Quarta giornata di sciopero alla Ankorig di Bagnatica: domani l'azienda chiude
Procedura di licenziamento per 17 lavoratori, intanto la Fiom-Cgil diffida l'azienda dal trasferimento macchinari
Quarto giorno consecutivo di sciopero oggi (giovedì 23 novembre) per i lavoratori della Ankorig Srl di Bagnatica, che protestano contro la chiusura dell’azienda prevista per domani, 24 novembre.
Nuovo presidio davanti alla ditta
Questa mattina si sono dunque nuovamente riuniti in presidio ai cancelli della ditta, specializzata in materiale e attrezzature per applicazioni geotecniche, tunnelling e ancoraggi. Lo scorso 26 ottobre, un ufficiale giudiziario era arrivato a mettere sotto sequestro il capannone che ospitava uffici e produzione, a seguito del mancato pagamento dell'affitto. Il 10 novembre è stata avviata la procedura di licenziamento per i quindici lavoratori dell'officina meccanica, oltre che per i due impiegati dell’ufficio commerciale.
Il sindacato diffida l'azienda
«L’azienda ha escluso l'incentivo all'esodo e l’ammortizzazione sociale. Intanto, lo stipendio di ottobre non è stato erogato. Nei giorni scorsi è avvenuta parte del trasferimento dei macchinari smantellati, portati alla ex Sait Srl di Chiuduno (dove ieri abbiamo svolto un presidio), dal momento che l’amministratore di quest’ultima è lo stesso di Ankorig - ha dichiarato oggi Manuel Carrara della Fiom-Cgil di Bergamo -. Inoltre, visto che abbiamo saputo dell’intenzione della direzione di sostituire i dipendenti in sciopero con lavoratori di imprese terze per concludere oggi lo spostamento dei macchinari, abbiamo formalmente diffidato l’azienda dal farlo, perché sarebbe contrario alla normativa sulla mobilitazione».
Lo scorso 17 novembre la Fiom-Cgil aveva incontrato Leonardo Passaghe, in passato dipendente dell’azienda, e ora amministratore delegato di Ankorig da quando, nel 2022, la Srl è stata acquisita per il 95 per cento da C Capital srl (di cui sempre Passaghe è amministratore unico). Nella comunicazione preventiva di licenziamento, l’azienda riferisce di un «decremento vertiginoso del fatturato nell’anno in corso rispetto agli anni precedenti».