Quasi metà della Bergamasca è ricoperta di boschi. E non è per forza una buona notizia
Il bosco in provincia di Bergamo cresce sempre di più, guadagnando nell'ultimo periodo circa 150 ettari di terreno all'anno, che equivalgono a circa 180 campi da calcio regolamentari. A spiegarlo è il rapporto dell'Ersaf (Ente regionale per i servizi all'agricoltura e le foreste) sul 2019. Nel nostro territorio, la superficie ricoperta da alberi è pari al 41 per cento, un valore significativo che si avvicina alla metà della sua estensione totale. Le aree maggiormente interessate sono quelle montane, dove molte zone rurali vengono abbandonate dai loro abitanti, per via dei pochi servizi o della situazione particolarmente disagiata in cui si trovano. La gente se ne va, baite, cascine e prati vengono abbandonati: prima avanza la boscaglia, che nel giro di tre anni conquista il prato, poi man mano arrivano gli alberi. Il nostro paesaggio montano è cambiato radicalmente nell'ultimo mezzo secolo: il bosco è avanzato in maniera impressionante, i pascoli e i coltivi stanno scomparendo.
Negli ultimi quattro anni presi in considerazione dal rapporto, cioè dal 2015 al 2019, nella Bergamasca c'è stato un incremento di circa 650 ettari: questo vuol dire che ogni anno il bosco è cresciuto, facendo una media, di 150 ettari.
Un ruolo importante lo gioca anche il vincolo idrogeologico cui sono sottoposte le aree boschive, dato che il dissesto ha colpito duramente negli ultimi tempi anche dalle nostre parti e si fa attenzione a quest'aspetto, che al tempo stesso consente la preservazione degli alberi evitando una riduzione dovuta al loro taglio. Dall'altra parte c'è anche il vincolo paesaggistico, che interessa il 3,8 per cento di queste realtà nella Bergamasca. Un allarme arriva però dal numero di incendi, dato che nella sola Val Brembana nel 2019 ce ne sono stati ben 13. Nel report viene inoltre spiegato come nel 2020, per motivi intuibili, questi fossero diminuiti a 6, per poi risalire quest'ultimo anno.
Per poter conservare il patrimonio boschivo, la strada indicata da Ersaf e dalla Regione è continuare nel percorso di valorizzazione dell'economia del legno e della multifunzionalità delle foreste, con diverse decine di migliaia dei 113mila e 800 ettari della nostra provincia che vanno a soddisfare proprio queste condizioni. C'è però il risvolto della medaglia: l'avanzata del bosco indica l'abbandono della montana da parte di pastori, mandriani, contadini. È il segnale più forte dello spopolamento dei nostri territori montani.