«Variante non aggressiva»

Remuzzi: «Basta allarmismi: i positivi senza sintomi devono andare a lavorare»

«La gente si riversa inutilmente nei pronto soccorso e rallenta la grande macchina della sanità, già in affanno. A rischio solo i molto fragili»

Remuzzi: «Basta allarmismi: i positivi senza sintomi devono andare a lavorare»
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di Paolo Aresi

Il dottor Giuseppe Remuzzi, direttore del Mario Negri, è tra i medici in prima linea nella ricerca contro il Covid ormai da due anni e mezzo, da poco prima che la pandemia esplodesse. È tra gli studiosi più seri e preparati a livello internazionale, per questa ragione le sue espressioni sono spesso moderate e ammettono, talvolta, il beneficio del dubbio.

Dottor Remuzzi, siamo di nuovo in allarme?

«Guardi, questa variante del virus Sars-Cov-2, il Covid, insomma, è probabilmente la più contagiosa che si sia mai vista a memoria d’uomo. Ha una capacità di trasmissione veramente incredibile. Questo spiega i contagi elevatissimi. Detto questo, non si tratta di una variante aggressiva».

Che cosa significa?

«Quello che ogni clinico sa: non comporta una malattia di gravità notevole. Anzi, nella maggior parte delle persone è pressoché asintomatica. Poi c’è una quota di soggetti che avverte sintomi come tosse e mal di gola. Ma le complicazioni polmonari sono rarissime».

Ma quindi tutto questo allarmismo?

«Tutto questo allarmismo dei media è un problema serio. Perché la gente si riversa nei pronto soccorso, negli ospedali e così si rischia di rallentare la grande macchina della sanità pubblica che già è in affanno. Bisogna capire che a rischio ci sono soltanto persone molto, molto fragili o immunodepresse. Per gli altri, questa variante è una malattia invisibile oppure è pari a una sindrome influenzale».

Bisognerebbe allora cambiare il tono della comunicazione. Giornali, televisioni, Internet bombardano i cittadini urlando che i contagi schizzano alle stelle e che gli ospedali sono in difficoltà...

«Ci sono medici che comunicano le cose come stanno realmente. Negli ospedali i ricoverati per Covid sono pochissimi. I medici che fanno pratica clinica conoscono bene la realtà e la comunicano con precisione. Poi ce ne sono altri che fanno solo teoria, guardano soprattutto a certi numeri... Ma la realtà è questa, non c’è gravità, solo tanta trasmissibilità. Poi, naturalmente, su molti casi può scapparci anche qualche episodio di una certa gravità. Può succedere. Comunque, ci sono medici che, anche in televisione, fanno una comunicazione esatta. Penso a Locatelli, Albrignani, Palù, penso al sottosegretario Costa...».

Non tutti.

«Non tutti».

La direttrice generale dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, Chiara Gibertoni, ha detto che i positivi al Covid senza sintomi non soltanto non devono stare in quarantena, ma che addirittura devono andare a lavorare anche se sono occupati in ospedale.

«Esatto, è giusto così. Bisogna considerare alcune cose. Prima di tutto, abbiamo capito che la massima contagiosità si registra quando ancora la malattia non si è manifestata. Secondo punto, in ospedale si usano mascherine e protezioni che impediscono la trasmissione del virus. (...)

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