poveri nonni

Riapertura delle Rsa, a dieci giorni dall'annuncio del Ministero di fatto sono ancora chiuse

L'ordinanza ministeriale pone di fatto una serie di paletti che complica ulteriormente le riaperture. Le strutture chiedono all'Ats linee guida univoche

Riapertura delle Rsa, a dieci giorni dall'annuncio del Ministero di fatto sono ancora chiuse
Pubblicato:
Aggiornato:

Sono trascorsi ormai una decina di giorni dall’annuncio della riapertura delle Rsa alle visite ai parenti da parte del Ministro della Salute Roberto Speranza. Ciononostante, come denunciato nell’immediato dai sindacati dei pensionati, le strutture risultano essere di fatto chiuse. L’ordinanza ministeriale ha infatti posto una serie di paletti e costi aggiuntivi per cui si è creata una sorta di cortocircuito.

I disagi non mancano sia per le case di riposo, che dovrebbero riorganizzarsi per regolamentare gli accessi, sia per i familiari degli anziani. Sulla carta per vedere il proprio parente anziano bisogna certificare di essere guariti dal Covid da non più di sei mesi, di aver concluso il ciclo vaccinale oppure di aver eseguito un tampone eseguito entro le 48 ore precedenti che abbia dato esito negativo. A ciò si aggiunge l’obbligo di utilizzo delle mascherine Ffp2 nei colloqui.

È evidente, però, come ad aver completato il ciclo vaccinale sia una netta minoranza della popolazione, di cui fanno parte soprattutto le persone più anziane e quelle ricoverate nelle strutture. D’altro canto l’esecuzione del tampone è a pagamento.

Ad oggi ogni struttura si sta muovendo in modo autonomo, sollecitando nel frattempo l’Ats di Bergamo a emanare linee guida univoche, nelle quali le responsabilità siano chiare e definite. La speranza è che si arrivi nel più breve tempo possibile a ottenere questo risultato.

Seguici sui nostri canali