Polemica

Rinnovato il Consiglio di gestione del Parco del Serio, fa discutere l'assenza di Seriate

Nell’assemblea, Romano ha strappato due consiglieri (Rodolfo Ferrari e Stefano Trapattoni), oltre a Simona Prete di Crema. Escluso Federico Rocchi

Rinnovato il Consiglio di gestione del Parco del Serio, fa discutere l'assenza di Seriate
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di Marta Belotti

Nell’assemblea di sabato 11 gennaio, il gruppo alla guida dell’ente di gestione del Parco del Serio si è rinnovato, confermando come punta principale il presidente uscente, ovvero il cremasco Basilio Monaci.

Il momento più delicato è stato quello legato alle votazioni per scegliere, sui ventotto comuni (tra la Bergamasca e il Cremasco che fanno parte del Parco), tre membri che vadano a costituire il consiglio di gestione.

Fatto insolito, e forse neanche del tutto previsto, Romano ha strappato ben due consiglieri: Rodolfo Ferrari, che è una riconferma ed è espressione del centrosinistra, e Stefano Trapattoni, indicato tra gli altri dal nuovo sindaco del paese Gianfranco Gafforelli (centrodestra).

Il consiglio di gestione è stato poi completato da Simona Prete (Crema). Nella triade quindi manca del tutto una rappresentanza di quei Comuni che sono più vicini al nostro capoluogo, quindi oltre a Seriate anche Pedrengo, Urgnano, Zanica.

L’accusa della minoranza

Escluso il seriatese Federico Rocchi, che non ha ottenuto i voti sufficienti (54 contro gli 85 del meno votato tra i tre passati in carica) per entrare nel gruppo più ristretto.

Immediata la reazione della minoranza di Seriate (Seriate Bene Comune, Pd, Sinistra per un’altra Seriate), che scrive compatta: «Bocciato il rappresentante indicato dal Comune di Seriate Federico Rocchi, già consigliere comunale e capogruppo della Lega nella scorsa consiliatura, candidato dal sindaco nel consiglio di gestione del Parco del Serio. Nulla di tutto ciò, della volontà di candidare Rocchi e soprattutto dei motivi e dei criteri di questa candidatura, è stato riferito in consiglio comunale. Certo, il sindaco non era tenuto, ma correttezza istituzionale e intenzione (tanto sbandierata a parole ma poco praticata in realtà) di rapportarsi in modo più dialogante rispetto al passato verso la minoranza forse sarebbero state necessarie e opportune».

«La giunta ha agito da sola»

Da qui nasce un’accusa di mancata condivisione e collaborazione (...)

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