La diatriba

Rota Imagna, appeso a un filo il destino degli orfani ucraini

Il console generale di Kiev ha chiesto il rimpatrio di tutti, ma sulla sorte dei bambini deciderà il Tribunale dei minori

Rota Imagna, appeso a un filo il destino degli orfani ucraini
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di Angela Clerici

Il console generale dell’Ucraina a Milano ha inviato una lettera in cui chiede che anche i restanti sessantasette bambini rimasti in Bergamasca, a Rota Imagna, Bedulita e Pontida, vengano rimpatriati.

La richiesta ha colto di sorpresa le autorità italiane, ma non più di tanto. Le voci di una richiesta di questo genere già correvano, ma si pensava che il rimpatrio dei trentaquattro ragazzi più grandi dell’orfanotrofio di Berdiansk avrebbe quietato la situazione e si riteneva quindi che i sessantasette più piccoli sarebbero rimasti per il nuovo anno scolastico, fino al giugno prossimo.

In questo senso un gruppo di genitori della Valle Imagna aveva scritto al presidente del tribunale dei minori di Brescia per avere assicurazioni, in quanto ritenevano ingiusto mandare i piccoli in Ucraina a causa della guerra ancora in corso e del progetto educativo che è in corso e di cui i bambini sono protagonisti.

La lettera del console generale ha gelato le aspettative. Ora dovrà pronunciarsi il presidente del tribunale dei minori a cui spetta la responsabilità del decreto che autorizza l’allontanamento dall’Italia. Il presidente deciderà dopo avere parlato con i tutori legali dei piccoli. Abbiamo cercato di parlare con loro, ma non abbiamo ottenuto nessuna risposta.

Il console generale nella lettera ha voluto prima di tutto ringraziare: «Mi preme innanzitutto esprimere ancora una volta la mia profonda gratitudine per la Vostra gentile considerazione e per la Vostra manifesta dedizione alla protezione dei migliori interessi dei bambini ucraini. Con la presente sono lieto di confermare che i 34 bambini del gruppo di alunni dell’Orfanotrofio di Berdiansk, muniti dei decreti per il rimpatrio del tribunale per i minori di Brescia, hanno finalmente raggiunto la struttura di accoglienza dedicata in Ucraina (...)

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