Salvate l'ex Teatro Minerva in stazione: l'appello di un residente
«Ho scoperto che verrà demolito: ma perché non ristrutturarlo proprio in occasione dei lavori in stazione?»

Salvate l'ex Teatro Minerva e la sede dell'associazione Dlf (DopoLavoroFerrovieri): è questo l'appello di un lettore, residente a Bergamo, che ha inviato al nostro giornale una lettera con l'obiettivo di accendere i riflettori su un pezzo di storia della stazione dei treni di Bergamo per il quale è prevista la demolizione.
«Recentemente sono stato a una bella serata musicale organizzata dagli amici del Dlf della stazione di Bergamo, che gestiscono uno spazio molto bello e forse poco conosciuto, situato proprio dentro ai locali di uno degli edifici storici della stazione dei treni di Bergamo, a pochi passi dal binario 1 tronco Ovest», scrive il lettore.
Teatro, sala da ballo, sede... L'edificio dai mille usi
Quell'edificio altri non è che l'ex Teatro Minerva del dopolavoro Ferrovieri, risalente al 1938 ma - secondo alcune testimonianze - già attivo almeno dieci anni prima, dal 1928. Quella del Minerva è stata una delle due sale da ballo di Bergamo nel dopoguerra (l'altra si trovava in Borgo Santa Caterina, forse chiamata Cristallo). Una vocazione proseguita negli anni Sessanta, quando il locale era ancora frequentato, sotto il nome di Piper.
Nel tempo, il teatrino ospitò solo spettacoli di vario genere: incontri di pugilato, varietà e magia, nel biennio '57 - '58 anche uno ispirato al "Musichiere", ci fu poi un periodo in cui la sala fu utilizzata per giocare con le macchinine elettriche Policar. Insomma, un luogo dai mille usi che è andato via via abbandonato: ora è sede del Dlf.

«Ho appreso che, nell'ambito di ristrutturazione e riqualificazione dell'area, è prevista la demolizione dello stabile. Mi domando come sia possibile che la Sovrintendenza ai Beni Culturali in questa occasione possa acconsentire all'eliminazione di un pezzo della nostra storia locale. Sarebbe invece auspicabile che, approfittando dei fondi per la riqualificazione, si approfittasse al contrario per ristrutturare quei locali per renderli ancora più fruibili».
Il teatrino, dunque, è destinato a sparire. E così anche l'associazione perderà anche la sua sede. «Ritengo piuttosto singolare che in un momento in cui si chiede a gran voce di rendere più sicura l'area circostante la stazione, venga di fatto "sfrattata" un'associazione che da quasi un secolo è presente in quel contesto, promuovendo attività culturali e aggregative».
«Penso che la giusta volontà di rinnovare e di riqualificare - conclude il lettore -, non debba perdere di vista la conservazione delle tracce della nostra storia e delle nostre radici. E le due cose non si escludono a vicenda. Anzi…».