La controrisposta

Scarsa disponibilità di taxi e licenze appetibili, l'autista: «Mai detto che la mia attività sia in perdita»

Il tassista replica alla lettera dell'assessore Zenoni

Scarsa disponibilità di taxi e licenze appetibili, l'autista: «Mai detto che la mia attività sia in perdita»
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Continua il dibattito sulla carenza di taxi a Bergamo: dopo la lamentela di un lettore e la lettera di un tassista, era arrivata la risposta al professionista da parte dell'assessore alla Mobilità, Stefano Zenoni. L'esponente della Giunta Gori aveva smentito la sua teoria sul problema del traffico e dei ritardi, spiegando che la gente segnalava la scarsità di corse disponibili in serata, quando certo le code e i congestionamenti non ci sono. Inoltre, riteneva che le licenze, del costo di 130mila euro l'una, indicassero una certa appetibilità del mestiere. Oggi (giovedì 29 febbraio), però, lo stesso tassista ha ritenuto opportuno inviare alla nostra redazione la sua contro-risposta, che riportiamo di seguito:

Ribaditi i tempi d'attesa

«Innanzitutto una premessa: conosco la situazione di Milano e Bergamo e non quella di tutto il territorio nazionale, ma le mie osservazioni si riferiscono in particolare a Bergamo. Anche ieri, come nei giorni precedenti, nonostante l'aeroporto di Orio al Serio sia diventato il terzo aeroporto di Italia e si siano registrati flussi turistici cresciuti del 109 per cento in nove anni, l'attesa da parte del tassista all'uscita partenze supera abbondantemente l'ora (circa novanta minuti) ed in città, passata l'ora di punta, oltre 45 minuti. Oggi, nel momento in cui sto scrivendo alle ore 7.45, l'attesa è di 44 minuti».

La disponibilità di taxi

L'autore passa poi alla questione della difficoltà a soddisfare la domanda degli utenti nelle ore tarde:

«È indubbio che in orario serale, sia durante la settimana che nel fine settimana, quando i mezzi pubblici sono molto più rari o addirittura il servizio Atb è sospeso, ci sia un'offerta ridotta di taxi dovuta appunto alla carenza di bus. Come giustamente segnala l'assessore Zenoni, il nostro servizio è complementare e non sostitutivo. È evidente che questa cronica carenza di trasporti pubblici abbia riflesso sul nostro settore, che si trova quindi a doverlo sostituire».

«Per quanto riguarda il traffico, senza volersi rifugiare in "calcio d'angolo" - qui la citazione è di un passaggio della lettera dell'assessore, che lasciava ad intendere che stesse spostando il problema da un'altra parte - sarebbe sufficiente fare una gita fuori Palazzo Frizzoni: in via Bonomelli, via Borgo Palazzo, via San Giovanni Bosco, via Moroni... per constatare le difficoltà che riscontriamo. Il venerdì, sabato e domenica dopo le 20.30 e la mattina di sabato e domenica per entrare in aeroporto dal parcheggio P3 si impiegano 25 minuti».

Un mestiere ambito?

Alla fine, il tassista risponde anche sulla presunta appetibilità delle licenze, affermando che mai aveva scritto che il suo mestiere fosse poco ambito, ma che ci fossero dei rischi d'impresa e dei costi da tenere in considerazione, per poter lavorare:

«Sarei curioso di capire ove si evince, dalla lettera da me precedentemente inviata, la non appetibilità del nostro lavoro, ma questo è altro discorso.
Chi si avventura in una nuova attività che richieda un investimento iniziale, che sia una licenza taxi, una lavanderia, un ristorante, lo fa presupponendo e sperando in un guadagno futuro. Purtroppo non tutti possono essere assunti a stipendio fisso e tempo indeterminato dal Comune di Bergamo, senza rischio di impresa, senza costi alti relativi alla propria attività, senza ferie né malattia pagate.

Ciò non significa che sia un'attività in perdita, ma è chiaro che un aumento delle auto "in piazza" causerebbe grosse difficoltà. Senza utilizzare termini calcistici, né cercare di deresponsabilizzarsi, sarebbe opportuno un confronto diretto (e non tramite proclami propagandistici sui media) tra Amministrazione comunale, Atb e tassisti per cercare di risolvere una situazione che crea grande difficoltà alla popolazione».

Commenti
Giovanni

Basta guardare l’incasso reale del loro collega di Bologna “red sox” dichiara 600€ al giorno di cui 400 con pos come possono poi dichiarare 12.000€ annui di incassi. I rischio di impresa li hanno come tutti quelli con partita iva, la differenza è che loro unici in Italia non hanno obbligo di rilascio di ricevuta fiscale e/o fattura il resto lo lascio all’immaginazione….⚫️ 💰

Sandro

Dai tasse…. Che tasse paga il codice ateco dei tassisti in questo paese? 6-7k all’anno dichiarano. Poi ci sarà qualcuno semi onesto per carità, ma i numeri sono quelli e non mentono.

Marcello

Insomma hanno ragione tutti. La colpa è di noi utenti. Non ho capito il perché, ma va sempre a finire così.

Francesco Giuseppe

Bravo. chi sta comodamente seduto in poltrona con stipendio pubblico garantito, non vuole capire le difficoltà che gli imprenditori hanno nel produrre il famoso PIL, con cui loro si sciacquano la bocca ogni due per tre e con le cui tasse si pagano i loro stipendi, Queste persone sono sempre contro chi lavora autonomamente, a prescindere.

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