Scolmatore dalla Tremana alla Morla, Tentorio (FdI): «Rischio di spostare l'esondazione più a valle»
La portata sopportabile a valle è inferiore alla somma dei due torrenti e del canale a monte: il pericolo sarebbe di aggravare la situazione
Il Comune di Bergamo e Regione Lombardia hanno firmato un accordo per cofinanziare e realizzare, in tempi brevi, un canale scolmatore dal torrente Tremana alla Morla.
Ciò allo scopo di rimediare alla portata carente della Tremana nel tratto di via Celestini, che è subito prima dell'attuale confluenza con la Morla e dove, il 9 settembre scorso, il giorno del nubifragio, si sono verificati allagamenti che si sono estesi fino a Borgo Santa Caterina.
Sezione della Morla inferiore a valle
Un'opera raccomandata dal 2015 e il cui costo di realizzazione si aggirerebbe attualmente intorno ai quattro milioni di euro. Sulla quale, però, la consigliera Ida Tentorio (FdI) ha presentato un'interrogazione ieri (lunedì 28 ottobre) in Consiglio comunale, perché sebbene possa rivelarsi molto utile, nel prevenire gli effetti di un'aumento improvviso della portata d'acqua e del livello dei torrenti, ci sarebbe un dettaglio tecnico da non trascurare.
«Quest'opera è utile solo per eventi con tempo di ritorno di vent'anni, non per eventi con tempo di ritorno tra i cento e i duecento anni, in cui la portata sopportabile dalla Morla dopo la confluenza è inferiore alla somma delle portate di Tremana e Morla - spiega Tentorio nel documento -. Semplificando, la sezione della Morla subito a valle è inferiore alla somma delle sezioni della Morla a monte, della Tremana e del futuro scolmatore».
A rendere ancora più sensibile il quadro, il fatto che lo scorso 30 settembre, alla riunione del Consiglio comunale, l'assessore Francesco Valesini aveva dichiarato che nel tratto interrato della Morla, di responsabilità comunale e poco dopo la confluenza con la Tremana, c'è un ulteriore restringimento, creato dalle vecchie strutture del ponte di Santa Caterina.
Rischio di spostare e aggravare l'esondazione
Quindi, oltre a chiedere delle tempistiche per disporre uno studio del bacino idrico della Morla e gli eventuali rischi correlati alle forti piogge, di ripensare alla scorciatoia costituita dallo scolmatore. Questo perché rischierebbe di portare a valle più acqua e a una velocità maggiore, senza avere la certezza che possa essere effettivamente contenuta negli alvei successivi. L'esondazione, di conseguenza, verrebbe solo spostata, rendendola per giunta ancora più violenta.
In conclusione, la consigliera si chiede se non sia meglio per l'Amministrazione «cautelarsi da eventuali responsabilità, prevedendo che la sezione della rete idrica sia in aumento costante e senza restringimenti, da monte a valle, come in genere consigliano le regole dell’idraulica e l’osservazione della natura. Bisogna perciò, prima di collegare lo scolmatore alla Morla, assicurarsi che tutto il tratto a valle possa garantire una portata adeguata, in particolare sotto il vecchio ponte di Santa Caterina e sotto la futura Gamec».
Una logica questione di buon senso! I tecnici comunali che dicono, dove sono?