Scalo e disagi

Stop ai voli notturni all'aeroporto di Orio, almeno si comincia a parlarne

Il Piano di zonizzazione acustica serve a poco, offre però al Comune uno strumento per valutare il superamento dei limiti di rumore imposti

Stop ai voli notturni all'aeroporto di Orio, almeno si comincia a parlarne
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di Andrea Rossetti

Ore 23.00, Bari; 23.05, Parigi; 23.10, Dublino; 23.20, Mahon (Minorca); 23.20, Londra; 23.25, Tirana; 23.30, Brindisi; 23.55, Bucarest; 00.05 Budapest; 00.25, Marrakech; 00.25, Lamezia Terme; 00.29, Catania; 00.30, Trapani; 00.40, Ibiza; 00.45, Lisbona; 00.45, Beni Mellal (Marocco); 00.55, Alghero; 00.55, Londra; 00.55, Sofia; 1.10, Lanzarote; 1.15, Kos; 1.15, Tirana; 2.40, Sharja (Emirati Arabi); 3.14, Cagliari; 3.24, Ibiza; 4.05, Colonia; 5.20, Colonia.

Questa lista, ricostruita grazie al portale Flightradar24, elenca i 27 voli il cui arrivo all’aeroporto di Orio al Serio era schedulato nella notte tra martedì 30 e mercoledì 31 luglio (più precisamente tra le 23 e le 6). Dunque non voli in ritardo e, per questo, atterrati a Orio dopo le 23, ma voli il cui arrivo era previsto per quell’ora. A questi, si aggiungono tredici voli decollati la stessa notte, sempre tra le 23 e le 6.

Sempre più voli (e più rumore)

Quanto riportato qui sopra rende evidente come il tema dei voli notturni, e del conseguente disagio arrecato a chi nei pressi dello scalo di Orio vive, sia ormai pressante. A maggior ragione in una fase storica in cui l’attività dell’aeroporto ha (ri)preso il volo, macinando record su record. Se il 2023 è stato l’anno dei quasi sedici milioni di passeggeri, il 2024 potrebbe rivelarsi ancora migliore: nei primi sei mesi dell’anno, infatti, si segna già un più dieci per cento (8,4 milioni di passeggeri).

Ovviamente, più passeggeri significa anche più voli, figli di un costante aumento delle destinazioni. E più rumore. Lo confermano le costanti lamentele - comprensibilmente aumentate da metà luglio - delle persone che hanno casa nei quartieri e nei paesi confinanti con lo scalo. A cui si aggiungono anche quelle di persone che non vivono nell’immediatezza dell’aeroporto, ma si trovano comunque, loro malgrado, sotto le rotte dei velivoli in decollo o atterraggio.

Non è un problema nuovo, ma la celere crescita dell’attività di Orio, avvenuta da metà 2022 in avanti, ovvero dopo l’obbligato stop imposto dal Covid, ha acuito la questione. E costretto la politica locale ad affrontarla. Un primo passo, importante, è stato compiuto a fine novembre 2023, quando la Commissione aeroportuale (composta da Enac, Enav, Sacbo, Ministero dell’Ambiente, Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, Arpa Lombardia, dai rappresentanti delle compagnie aeree e dai Comuni di Bergamo, Orio al Serio, Azzano San Paolo, Grassobbio, Seriate, Brusaporto, Bagnatica, Costa di Mezzate e Bolgare) ha finalmente approvato un nuovo Piano di zonizzazione acustica aeroportuale.

Il documento definisce sul territorio circostante l’aeroporto tre fasce caratterizzate da tre livelli decrescenti di rumorosità: zona C, integralmente compresa nel sedime aeroportuale, in cui sono consentiti livelli acustici maggiori di 75 decibel (db); zona B, dove non è consentito superare il 75 db; zona A, in cui non è consentito superare i 65 db. All’esterno delle tre fasce, il limite massimo è stabilito in 60 db. Restando a Bergamo città, si tratta di un Piano migliorativo rispetto al passato, quando l’intero quartiere di Colognola rientrava in una zona con rumore superiore a 60 db. Oggi, invece, solo poche case rientrano nella zona A.

Zonizzazioni acustiche diverse

Venerdì 26 luglio, questo documento è stato “inglobato” nel Piano di zonizzazione acustica comunale approvato dal Consiglio di Palazzo Frizzoni. «Sono due cose diverse - spiega l’assessora all’Ambiente, Oriana Ruzzini -. Quello che abbiamo approvato è un piano che va a regolare tutte le fonti di possibile inquinamento acustico nel territorio cittadino, dalle infrastrutture stradali a quelle ferroviarie, fino alle industrie. Il Piano aeroportuale, del resto, sfiora solo la città. Ciò non significa, però, che ci sarà meno attenzione da parte nostra. Anzi, finalmente ci sono dei limiti chiari per lo scalo e una procedura che consente ai Comuni di farli rispettare nel caso in cui si provi il loro superamento».

Ida Tentorio, consigliera di Fratelli d’Italia, sostiene però che (...)

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Commenti
Domenico

Abito a Grassobbio, con sacrifici abbiamo comprato casa in cooperativa. Vorrei dire al Signore che ci accusa di non considerare s suo tempo lo sviluppo dell'aeroporto, dico che un semplice egoista, io li potevo comprare, lui evidentemente ha delle potenzialità da potere scegliere. Concludo dicendo , non può continuare ad incrementare voli in un'area molto limitata e poco sicura per via di una sola strada che in caso di emergenza diventerebbe una trappola.

Andrea

L'aeroporto esiste da un bel po si doveva prevedere una sua crescita .. chi abita li doveva aspettarselo .. lo sbaglio e di chi ha comprato casa li .. di cosa vuole lamentarsi .. e come se io compro casa vicino l'autostrada e mi lamento del rumore notturno per non parlare dell'aria pesante creata dai gas di scarico , colpa dell'autostrada? No solo colpa mia di aver comprato casa li .. quindi ricapitolando a chi non gli sta bene si cerchi casa in valle

Alfio

Come dicono gli inglesi not in my Backyard, ma mi sento di dire che l'aeroporto ha creato posti di lavoro diretti e indiretti,(vedi bed and breakfast )e i comuni limitrofi godono di aiuti che derivano dall'attività dell'aeroporto, di questo non ne parla nessuno

Alfio

Si è pensato solo ad una crescita senza limiti di Orio senza pensare di fare sistema in particolare con gli altri aeroporti della Lombardia e senza pensare ai mezzi pubblici pubblici. Io imporrei il blocco di nuove rotte e lo stop dalle 11 alle 06 sino all'attivazione del treno

Lidia Nemnrini

È innegabile che l'aeroporto si sia sviluppato in un'area densamente urbanizzata, è assurdo che i decisori abbiano avvallato questo sviluppo. È il modello di sviluppo che deve essere messo in discussione. Le compensazioni sono come le collane di perline donate ai nativi espropriati del loro territorio.

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