«Stop alla puzza»: da Brusaporto a Montello i cittadini manifestano contro gli odori molesti
Lo scorso maggio Arpa aveva appurato la provenienza degli olezzi dalla ditta Montello, che trasforma i rifiuti in energia e metano
Una manifestazione, con tanto di cartelloni e slogan, per dire «stop alla puzza»: un problema che da almeno quattro anni coinvolge sei Comuni della Bassa Bergamasca. Una sessantina di persone, tra cui anche i membri del comitato «Aria Pulita Tomenone» hanno espresso il proprio disagio "marciando" - chi a piedi, chi in auto - da Brusaporto a Montello, facendo tappa anche a Bagnatica e Costa di Mezzate, toccando quattro dei paesi vittime delle puzze moleste (i restanti sono Albano Sant'Alessandro e San Paolo d'Argon).
Dopo diverse segnalazioni e una indagine di Arpa, condotta con l'aiuto di una trentina di cittadini tramite il software "Molf", lo scorso maggio si era appurato che gli olezzi provenivano dalla Montello, o meglio dal suo impianto di trattamento che trasforma i rifiuti in energia e metano. Il fenomeno delle forti puzze - percepite principalmente tra le 18 di sera e le 6 del mattino - è costantemente monitorato da Ats, Provincia e sindaci dei Comuni interessati, ma ciò non ha fermato i cittadini che, stufi di dover subire, chiedono una risoluzione del problema.
Il sindaco di Bagnatica, Roberto Scarpellini, ha avuto un confronto con i manifestanti, rassicurandoli della situazione. Come ha sottolineato il sindaco, Arba avrebbe già evidenziato prescrizioni nei confronti della ditta e in particolare riguardo la copertura di una vasca e all'ingresso dei mezzi dove avviene poi la lavorazione dei rifiuti organici, origine degli olezzi. Rischi per la salute non ce ne sarebbero. La situazione, auspicano le autorità, potrebbe risolversi definitivamente entro la prossima estate.
Nel suo rapporto di maggio, Arpa aveva sottolineato come «la molestia causata supera (abbondantemente) il limite percentuale stabilito dalla normativa di riferimento (la Delibera di Giunta Regionale 3018 del 2012) per considerare la molestia non tollerabile». Ma la Montello ha sempre spiegato di aver operato rispettando i limiti previsti da autorizzazioni, leggi e norme in materia.