Gesti di speranza

L'emozione dei volontari della Croce Rossa che hanno accolto Noemi alla Culla per la vita

La bimba, trovata con tutina e golfino rosa, sta bene. Nel biglietto l'affetto della madre per la figlia di cui non può occuparsi

L'emozione dei volontari della Croce Rossa che hanno accolto Noemi alla Culla per la vita
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Da quando si trovava nella sede della Croce Rossa di Loreto, la Culla per la vita non era mai stata usata: almeno fino a ieri pomeriggio, quando alle 17,05 per la prima volta dal 2019 l'allarme è suonato e, invece di un falso allarme come era sempre capitato, i volontari hanno visto delle mani che adagiavano una neonata nel lettino.

Le cure alla piccola e il biglietto della madre

Tanta l'emozione e, subito, tutti si sono attivati per prestare le prime cure alla bambina: sta bene e, come testimoniato dagli operatori, aveva ottimi parametri vitali e il cordone ombelicale era stato tagliato correttamente. Lo hanno medicato, poi l'hanno scaldata e coccolata. Pesava due chili e novecento grammi e la mamma, dopo il parto avvenuto in casa, le ha messo il pannolino, con tutina e golfino rosa pallido. Poi, l'ha portata lì ed è rimasta nei paraggi, forse nascosta del caos e dal traffico dell'ora di punta, per accertarsi che qualcuno si accorgesse della presenza della piccola.

Mentre tutti erano ancora impegnati ad accudirla, l'allarme è suonato una seconda volta: la donna era ritornata ed aveva lasciato un bigliettino, scritto su una pagina strappata da un quaderno a righe, con biro blu e lettere in stampatello: «Nata stamattina 3/05/23. A casa, solo io e lei (come in questi 9 mesi). Non posso, ma le auguro tutto il bene e la felicità del mondo. Un bacio per sempre (dalla mamma). Vi affido un pezzo importante della mia vita, che sicuramente non dimenticherò mai».

Il nome della piccola scelto da un'operatrice

Parole che hanno commosso i presenti e fatto capire come la madre, pur volendo bene alla sua bambina, non potendo prendersene cura aveva deciso di darle una possibilità, una speranza lasciandola in quella culla. A prendersene cura per prima è stata l'operatrice Antonella Matta, 38 anni, di Alzano. L'ha portata insieme al collega Marco Riva, 55 anni di Chignolo d'Isola, con l'automedica al Pronto soccorso dell'ospedale Papa Giovanni, dove insieme a un'ostetrica ha scelto il nome per la neonata: Noemi. Come spiegato dal presidente del Comitato della Croce Rossa, Maurizio Bonomi, in ebraico significa «dolcezza e gioia». Un augurio per una vita felice a una creatura che, nonostante la situazione difficile, è stata circondata dall'affetto di tutti, sia della mamma che del personale sanitario che l'ha "adottata" in quei momenti.

La Culla della vita di Loreto, dove la madre ha lasciato la piccola

Il futuro della bambina

Nel frattempo, il bigliettino si trova in possesso della Questura, che sta compiendo i dovuti accertamenti sulla vicenda, non per motivi particolari, ma perché richiesto dal protocollo. Alla madre che lascia il proprio figlio nella Culla della vita, infatti, è garantito l'assoluto anonimato, come per il parto in ospedale. In quello cittadino, la media di piccoli dati in adozione è di due all'anno, ma nel 2023 non c'erano stati casi, almeno fino ad ora. Adesso, la donna ha dieci giorni di tempo per  ritornare eventualmente suoi suoi passi. Se non accadrà, del destino della piccola e della sua adozione si occuperà il Tribunale dei minori di Brescia.

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