Su 427 posti in Bergamasca, rispondono in venti: pochi vogliono fare i medici di base
Le destinazioni: 2 all'ambito di Bergamo, 1 alla Val Imagna, cinque all'Asst Bergamo Est e 12 a quella Ovest. Avranno 90 giorni per attivarsi

Venti risposte su un totale di 427 posti sono numeri scoraggianti per la medicina di base in Bergamasca. Il bando pubblicato a fine marzo da Regione, grazie all'adozione di criteri più estensivi, scelti proprio per la forte carenza di queste figure, non è quindi servito a molto se non a sottolineare ancora i più la sproporzione tra la domanda e l'offerta, già evidenziata da casi simili in passato.
In totale, erano indicate 61 per il territorio dell'Asst Papa Giovanni, 162 per l'Asst Bergamo Est e 204 per l'Asst Bergamo Ovest secondo i dati riportati da L'Eco di Bergamo.
La distribuzione
Per chi ha accettato, da lunedì sono scattati i novanta giorni di tempo a disposizione per aprire a tutti gli effetti l'ambulatorio. Due gli incarichi per l'ambito di Bergamo, Ponteranica, Sorisole, Torre Boldone, Gorle e Orio al Serio (in sostanza, i due medici dovranno insediarsi in questi Comuni) e un incarico per l'ambito della Valle Imagna.
Dall'Asst Papa Giovanni XXIII spiegano che i medici sull'ambito di Bergamo vanno a migliorare il servizio in un territorio in cui non c'erano comunque pazienti orfani, cioè privi di medico, e andranno a compensare altrettanti pensionamenti.
Offerta completata
Sono invece dei rinforzi i cinque medici in arrivo all'Asst Bergamo Est, di cui uno su Clusone, uno sull'ambito di Costa Volpino e Rogno, uno per l'area di Grumello del Monte, Chiuduno, Telgate e Castelli Calepio, uno per Sarnico e uno sulla zona di Trescore, Cenate Sopra e Sotto, San Paolo d'Argon, Entratico, Luzzana, Zandobbio, Carobbio e Gorlago.
Stesso ruolo la dozzina di professionisti destinati alla Bergamo Ovest, che andranno a completare l'offerta negli ambiti di Ponte San Pietro e Presezzo (un medico), quello di Sotto il Monte, Villa d'Adda e Carvico (un medico trasferito da altro ambito), quello di Dalmine, Lallio, Levate e Osio Sopra (quattro medici), quello di Curno, Mozzo e Treviolo (un medico), quello di Boltiere e Osio Sotto (un medico), quello di Arcene, Brignano, Castel Rozzone, Lurano e Pagazzano (un medico), quello di Arzago, Casirate e Treviglio (un medico) e quello di Covo, Fara Olivana con Sola, Antegnate, Isso, Barbata, Fontanella (due medici).
I tema organizzativo
Resta però evidente e sconfortante la situazione, per questo Guido Marinoni, presidente dell'Ordine dei medici di Bergamo, sottolinea: «È un problema di fondo: non si sta facendo nulla per rendere appetibile la medicina di famiglia. Si parla di trasformare in dipendenti i medici di base, ma il tema vero è organizzativo. Occorre favorire l'aggregazione dei medici, incentivando economicamente le aree deboli».
Bloccato anche il ricambio, perché benché la gran parte dei rinforzi è rappresentata dai giovani medici che stanno seguendo il corso di specializzazione per diventare medici di base titolari, i numeri delle accettazioni non rimpiazzano i pensionamenti e questo determina una situazione di emergenza.
Il problema ha una soluzione rapidissima riconosciuta fin dal 1994 dalla comunità europea ed attuata in tutta Europa tranne che una nazione sola : la nostra. Il riconoscimento del titolo equivalente , scritto chiaramente all articolo 36 della normativa 93/16 da cui è partito anche il corso di formazione alla medicina di base e l’estensione dell’ titolo equipollente secondo le tabelle europee attuabile per legge anche da qualsiasi regione italiana indipendentemente dal ministero della sanità perché tacente parte degli accordi europei e stessi in tutto il territorio atto ad equiparare la formazione dei medici in tutta Europa. Per assurdo un francese con titolo equivalente può fare il medico di base in Italia ma un medico italiano con lo stesso titolo non lo può fare a casa sua . Stanno esasperando i medici pubblici perché abbandonino l’osso alle assicurazioni con la medicina del territorio per classe di premio versione americana
L'ennesimo primato...
colpa di chi ha inventato le malattie, senza non servirebbero medici!!!
Meraviglio davvero il primo commento! Innanzitutto perchè negli anni 80 non c'era l'Unione Europea ma semmai la CEE (Comunità Economica Europea). Secondo perchè non ha imposto il numero chiuso ma semmai dei parametri qualitativi. Terzo perchè nel 1987, anno in cui è stato istituito il numero chiuso, non governavano i komunisti brutti e cattivi (per quanta poca simpatia io possa provare) ma bensì i governi Fanfani VI e Goria, sostenuti da DC, PSI, PRI, ecc. Quarto perchè la sanità è regionale e bisognerebbe avere la capacità critica di capire il motivo per cui qui nessuno vuole fare il medico di base, ma piuttosto preferiscono andare in altre regioni o specalizzarsi in altro.
Il ponte sullo stretto, il riarmo, l' autobus elettrico che sta devastando il territorio e chi sa quando mai finirà, intanto il sottoscritto e molti altri cittadini a Dalmine sono senza medico.