Sulla Bergamo-Treviglio nuove scintille tra Provincia e Autostrade Bergamasche
In Consiglio provinciale, il centrodestra ha presentato un’interpellanza per chiedere al presidente posizioni più nette dopo le critiche allo studio sul traffico

di Marta Belotti
Sono stati tanti i commenti, e anche le frecciatine, arrivati dopo la presentazione dello studio del traffico commissionato dalla Provincia di Bergamo (presentato il 15 luglio) per valutare l’impatto sul territorio della futura autostrada Bergamo-Treviglio.
Ed è proprio sulla scia delle reazioni a questa pubblicazione che il gruppo consiliare “Centro destra bergamasco” ha presentato nella seduta dell’assemblea provinciale di martedì (29 luglio) un’interpellanza.
Le reazioni
In questo documento, letto in Consiglio da Alessandro Colletta, sindaco di Orio e capogruppo, sono stati inseriti tutti i principali commenti e dichiarazioni che hanno fatto seguito alla pubblicazione dello studio, con un focus su quelli negativi: dall’assessora regionale Claudia Maria Terzi, che ha parlato di «atteggiamento ondivago della Provincia sull’opera», al presidente di Autostrade Bergamasche, Antonio Sala, «che ha apertamente criticato l’ente per aver speso soldi in un’iniziativa inutile», passando per Giuseppe Bonanno, project manager della stessa società, che ha definito l’elaborato «inadeguato rispetto agli standard richiesti in ambito infrastrutturale».
Da qui, dunque, le sollecitazioni di “Centro destra bergamasco” dirette al presidente della Provincia, Pasquale Gandolfi, al quale è stato chiesto di esprimere una «posizione chiara sull’opera, comunicando se sia favorevole o contrario», ma anche di prendere le distanze dal presidente di Autostrade Bergamasche, rispondendo all’accusa di aver sperperato risorse pubbliche nel commissionare lo studio.
La posizione del Pd
Nella mozione sono state ricapitolate anche le posizioni assunte da vari esponenti del Pd (partito a cui appartiene il presidente) contrari all’opera, come il segretario provinciale Gabriele Giudici, che l’ha definita «un’assurdità tecnica e politica», o i due consiglieri regionali Davide Casati e Jacopo Scandella, che hanno sollecitato il Pirellone a usare i fondi pubblici destinati all’opera (146 milioni) «a favore di un investimento pubblico meno dispendioso, più sostenibile e in definitiva più sensato». Da qui la sollecitazione di Colletta a confermare che il finanziamento dello studio non sia stato dettato da questioni politiche. Quest’ultimo punto è sembrato un modo timido - ma forse neanche troppo - per alludere a una possibile faziosità del presidente.
Gandolfi, nella sua risposta, è stato netto e ha ricordato innanzitutto che «lo studio è stato votato all’unanimità da tutti i consiglieri. Era stato anche argomento di spiegazione al Consiglio. Se c’è uno sperpero, la responsabilità non è del presidente, che ha proposto l’atto, ma di questo Consiglio, che l’ha sostenuto compattamente». In poche parole, il presidente ha voluto subito mettere in chiaro che in questa partita il Consiglio provinciale ha deciso di giocare unitariamente dalla stessa parte, cioè quella degli amministratori locali e dei territori.
Il perché dello studio
Gandolfi, infatti, ha aggiunto: «Questo studio non è uno sperpero, ma una risposta agli amministratori locali che, indipendentemente dall’essere favorevoli o contrari, hanno lamentato una mancanza di informazione da parte di Autostrade Bergamasche, sia in termini di condivisione del progetto, sia di dati propedeutici e di contesto alla realizzazione dell’opera. Una mancanza di chiarezza che è stata percepita e denunciata anche da alcuni soci dell’assemblea di Autostrade Bergamasche». (...)