Interrogazione in Regione

Termovalorizzatore della Montello, «lì non si può fare, è nell'area del vino Valcalepio Doc»

I criteri di salvaguardia di questi territori escluderebbero la costruzione di nuovi impianti. Dubbi anche sulla sospensiva in Lombardia

Termovalorizzatore della Montello, «lì non si può fare, è nell'area del vino Valcalepio Doc»
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Il termovalorizzatore della Montello Spa a Montello non solo ha suscitato le proteste di cittadini, amministrazioni locali e associazioni ambientaliste, ma potrebbe anche essere incompatibile con i criteri territoriali di salvaguardia dell'area della Doc del vino Valcalepio.

Montello nell'area Doc

Un’interrogazione del Pd al Pirellone, a prima firma dei consiglieri bergamaschi Davide Casati e Jacopo Scandella e presentata lo scorso 15 aprile, ha infatti richiamato l’attenzione della Giunta regionale, ancora una volta, sull’iter autorizzativo del nuovo termovalorizzatore. Stavolta, sottolineando come l'impianto potrebbe compromettere la denominazione di una zona rinomata per i suoi prodotti enologici.

«Nel ribadire la nostra netta contrarietà al nuovo impianto, insieme ad oltre quaranta sindaci del territorio e in virtù della già ampiamente raggiunta autonomia della Lombardia per lo smaltimento dei rifiuti - hanno commentato Casati e Scandella -, con questa interrogazione vogliamo richiamare l’attenzione della Giunta sulla compatibilità normativa all’interno del Comune di Montello, incluso nell’area geografica riconosciuta per la produzione del vino Valcalepio Doc».

I consiglieri regionali dem hanno spiegato come il Testo Unico sull’Agricoltura (D.Lgs. 228/2001) stabilisce che le aree ricomprese in disciplinari Doc e Docg sono da ritenersi non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento o recupero dei rifiuti. Tuttavia, in apparente contrasto con questa normativa statale, Il Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti (Prgr), al capitolo 1.6.4 elimina i riferimenti ai criteri escludenti basati su queste aree per la realizzazione degli impianti.

La sospensiva in Lombardia

Inoltre, la legge ordinamentale del 2024 prevedrebbe, tra le more dell’approvazione dei piani territoriali di coordinamento provinciale (Ptcp), la sospensione dei procedimenti di autorizzazione di nuovi impianti di incenerimento e di termovalorizzatori di rifiuti o di ampliamento di quelli esistenti. Nello specifico, si tratta dei procedimenti pendenti tra la data di entrata in vigore della "Prima legge di revisione normativa ordinamentale 2024" e quella di approvazione della deliberazione della Giunta regionale (secondo periodo del comma 2 ter dell’articolo 16 della l.r. 26/2003).

Gli iter autorizzativi, secondo gli esponenti dell'opposizione a Palazzo Lombardia, sarebbero quindi sospesi fino all’approvazione della deliberazione della Giunta regionale e, comunque, non oltre il 31 ottobre 2025.

«Ci chiediamo quindi - hanno concluso - e chiediamo alla Direzione Generale Ambiente, se la Regione abbia valutato la compatibilità tra la Dgr sui criteri localizzativi e quanto stabilito dal D.Lgs. 228/2001, in merito all’esclusione delle aree Doc e Docg, dalla possibilità di localizzare impianti di smaltimento e recupero rifiuti.

Ciò anche alla luce della documentazione che include Montello nell’area Valcalepio Doc, inoltre domandiamo se la sospensiva citata nella legge ordinamentale 2024 rispetto agli iter autorizzativi per nuovi impianti, o di ampliamento degli esistenti, riguarda anche la Provincia di Bergamo oppure no».

Commenti
Stefano

Non solo il Valcalepio, penso anche alla DOCG del Moscato di Scanzo, una perla della nostra provincia...

Lorenzo

Luca , in effetti è così. Non a caso le diossine sono state trovate pure nel latte per allevamenti della zona https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-6-2008-5441_IT.html Sarebbe bastata una piccola ricerca da parte sua per non dire cestre castronerie. https://www.google.com/search?q=diossine+inceneritore+di+brescia&client=ms-android-realme-terr2-rso2&sca_esv=152f6ce784128add&sxsrf=AHTn8zrVfd9Lf7DYQBjs-e76MghIdE3Xbg%3A1745477014073&ei=lt0JaOWVBJ-79u8PjpK8OA&oq=diossine+inceneritore+di+brescia&gs_lp=EhNtb2JpbGUtZ3dzLXdpei1zZXJwIiBkaW9zc2luZSBpbmNlbmVyaXRvcmUgZGkgYnJlc2NpYTIFEAAY7wUyCBAAGIAEGKIEMgUQABjvBTIFEAAY7wVI7CdQ4xxYpyFwAHgAkAEAmAG9AaABuw6qAQQwLjEyuAEDyAEA-AEBmAICoALeAsICCxAAGLADGKIEGIkFwgILEAAYgAQYsAMYogTCAggQABiwAxjvBZgDAOIDBRIBMSBAiAYBkAYEkgcFMC4xLjGgB8owsgcFMC4xLjG4B94C&sclient=mobile-gws-wiz-serp

Matteo Vanoncini

il discorso è ben diverso , visto come si è comportata la Montello in questi anni. e una precisazione al sig. Francesco, se lei compra casa dove ce' un inceneritore, dopo non si può lamentare , ma se compra una casa per il verde che la circonda , per crescere i suoi figli in un luogo pulito , e poi le piazzano li un forno che butta veleno. allora si avrebbe ragione di lamentarsi. Magari mi sbaglio, ma non penso

GIANLUIGI MANENTI

FORSE NON AVETE CAPITO...LA LOMBARDIA BRUCIA 1 MILIONE DI TONNELLATE DI RIFIUTI PROVENIENTI DA ALTRE REGIONI... SE NON LE BRUCIASSIMO ... VEROSIMILMENTE SI POTREBBERO CHIUDERE GLI INCENERITORI DELLA BERGAMASCA...PRIMA DI COMMENTARE INFORMATEVI...LA LOMBARDIA NON HA BISOGNO DI INCENERITORI. ANZI.

Luca

Soluzione molto semplice, gli oltre 40 comuni si tengono i rifiuti del loro concittadini. Si attiveranno per conferire i loro rifiuti in Germania con aumento della tari, come giusto che sia. Vediamo se gli enogastronomi ecologisti, quando si toccano nel portafoglio, sono così radicali nel pensiero.

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