Tagli su tagli

Tra marzo e giugno, Intesa chiude altre 13 filiali in Bergamasca. Ecco quali sono

Il gruppo sta seguendo un processo di digitalizzazione che porterà molte sedi a unirsi ad altre e cinque a essere remotizzate

Tra marzo e giugno, Intesa chiude altre 13 filiali in Bergamasca. Ecco quali sono
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Si parla di forte spinta alla digitalizzazione dei servizi bancari, di fatto è una forte riduzione delle filiali. L'ennesima in Bergamasca. Il gruppo Intesa ha effettuato negli ultimi anni un taglio di circa 1.500 filiali e il processo continua. Per la direzione regionale Lombardia Nord sono infatti previste 24 chiusure tra i prossimi marzo e giugno, 13 delle quali proprio nella nostra provincia. A queste se ne aggiungono altre cinque che verranno «remotizzate».

Ecco gli accorpamenti

Come riporta L'Eco di Bergamo, si tratta nello specifico di accorpamenti, che porteranno le filiali di via XXV Aprile a Brembate Sopra e di via Capersegno a Presezzo ad accorparsi a quella di piazza SS. Pietro e Paolo a Ponte San Pietro, così come la filiale di via Santi Nazario e Celso a Suisio sarà accorpata a quella di via Marconi a Calusco d’Adda dal prossimo 24 marzo.

Più avanti, dal 26 giugno, è prevista la remotizzazione in attesa dell’accorpamento di Zanica e di Stezzano con Azzano, di San Giovanni Bianco con Piazza Brembana, di Brignano con Treviglio (piazza Cameroni) e di Parre con Ponte Nossa. Sempre a giugno confluiranno su Azzano i clienti della filiale di via Roma a Nembro, su Alzano Lombardo quelli di Villa di Serio, su Gorlago quelli di Montello, su Sovere quelli di Solto Collina e su Mozzo quelli di Paladina.

Le assemblee dei sindacati

In risposta a questo terremoto, proprio da Bergamo lunedì (30 gennaio) prenderà il via una tornata di assemblee indette da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, con doppio appuntamento al Centro Congressi di viale Papa Giovanni. Il primo, al mattino, vedrà coinvolti i dipendenti delle strutture centrali di Bergamo e il secondo, nel pomeriggio, tutti gli altri. In totale saranno 2.500 i lavoratori coinvolti.

Guardare oltre l'algoritmo

«Siamo convinti che la digitalizzazione possa sostituirsi al rapporto cliente-bancario, alla consulenza dedicata, in un Paese dalla scarsissima alfabetizzazione finanziaria?», è la domanda che si pone Giovanni Salvoldi, di First Cisl.

Aggiunge: «L’innovazione tecnologica è ovviamente un’opportunità ma, analogamente a quanto avviene in altri settori, anche in quello bancario vi sono parecchie criticità e tra queste il progressivo abbandono dei territori da parte degli istituti di credito con la chiusura di molte filiali. Questa tendenza pare essere inarrestabile, salvo rare eccezioni. Non è sufficiente che la diffusione delle filiali resti capillare: serve anche una maggiore attenzione nei processi di erogazione del credito alle famiglie e alle imprese, specialmente in tempi complessi come quelli che stiamo vivendo. Ovviamente il tutto nel rispetto delle normative, ma guardando oltre l’algoritmo».

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