Traffico a Bergamo, tra cantieri e code la città ha i nervi a fior di pelle. E i commercianti...
La chiusura parziale del ponte di San Bernardino ha mandato in tilt il sud di Bergamo. Lo stop di via Maironi fa altrettanto a nord. La preoccupazione delle attività

di Wainer Preda
Non ci voleva la sfera magica per capire come sarebbe andata a finire. La chiusura parziale del ponte di via San Bernardino lunedì 14 aprile ha mandato in tilt il traffico nell’intera zona sud di Bergamo. Provocando code infinite e relativi improperi di automobilisti, residenti e commercianti.
Non è che l’ultima delle “sciagure” che da tempo affliggono la circolazione viaria in città, causa miriade di opere pubbliche. Stavolta, a provocare la paralisi, i lavori per il raddoppio ferroviario della Bergamo-Ponte San Pietro. Finanziato dal Pnrr, ma da un paio d’anni e in tutti i suoi tratti foriero di pesantissime conseguenze sulla viabilità.
La recente chiusura del passaggio in uscita, verso Colognola, causa lavori ai sottoservizi, però è solo l’inizio. Il cantiere vero e proprio di Rfi prenderà il via a giugno. E bloccherà per altri nove mesi anche il passaggio in entrata. Con ricadute prevedibili.
Intanto, l’ultima auto è transitata sotto il ponte alle 8.50 di lunedì. Da lì in avanti un progressivo “delirio”, solo mitigato nei giorni successivi dall’intervento dei vigili e dai ritocchi al sincronismo dei semafori. «La situazione è in miglioramento - spiega il commissario capo della Polizia locale, Delfino Magliano -. Abbiamo piazzato le pattuglie agli incroci e regolato in modo più efficace i semafori Martedì c’è stato un picco improvviso intorno alle 15. Una decina di minuti. Per il resto la circolazione sembra più scorrevole. Anche perché abbiamo dato parecchie alternative».
Circa 800 veicoli l’ora devono trovare altre strade in direzione Colognola. Da Largo Tironi sono dirottati verso (...)
Nelle cittá a mobilitá (ed opinione pubblica...) avanzata, tutto è organizzato intorno alle modalitá di trasporto più efficienti in termini di tempi, spazi, capacitá (n. persone spostate) e costi. In questo modo anche chi rimane incollato all'auto per questioni culturali o di necessitá ne giova perchè le auto di chi va dal panettiere, porta a scuola il figlio o va al lavoro in cittá non ci sono più, o sono molte meno. Da noi invece buona parte dell'opinione pubblica qui ben rappresentata lamenta i problemi che essa stessa crea pretendendo di perpetuare un sistema di mobilitá urbano autocentrico, insostenibile, inefficace per loro stessi, in una parola assurdo, per non dire stupido. E la politica terrorizzata da questi elettori cosa dovrebbe fare? Fa che diecde a metá e il risultato è 0. Per esempio 10 anni di politiche per la ciclabilita che non hanno tolto spazio alle auto han fatto sì che la ciclabilitá sia all anno 0, e tutti sono ancora incolonnati dando la colpa alla ciclabilitá che ha tolto in realta spazio ai pedoni e non alle auto. Abbiamo in definitiva quello che vogliamo, causiamo e ci meritiamo... mediamente si intende.
Bergamo è una città senza un serio piano per il traffico! Il,traffico è caotico e non sarà migliorato da 4 rotonde , gli autobus sono pochi e poco frequenti , le “striscie ciclabili “sono piste ciclabili solo di facciata e pericolose ( quanti ciclisti ci vedere passare ? ) . Basta prendere in giro la gente ! Se non si ha il,coraggio,di ammettere questi dati oggettivi , non si cambierà niente.
Sono fortunato e felice perché posso senza problemi andare al lavoro usando la bici. Quindi non ho problemi di traffico. Mai (credo) tornerei a mezzi pubblici - pur avendo un'ampia scelta vicino a casa -dove dovrei pagare il biglietto (caro) anche per i portoghesi e maranza in genere.
Propongo Francesco Giuseppe sindaco per un anno. Con le sue idee sempre concrete, costruttive e di ampie vedute potrà finalmente risolvere la viabilità a Bergamo.
Quando leggo il termine "privilegi" accostato a "bici" e "tpl", mi chiedo se, visti gli ultimi 60 anni di storia patria, io debba incazzarmi, ridere o compatire. Boh...