Treno per Orio, dopo la lettera di Rfi il comitato di Boccaleone torna all'attacco
Il dirigente di Vincenzo Macello ha spiegato i contro dell'ipotesi che i residenti vorrebbero. Ma per gli abitanti del quartiere le tesi sostenute sono deboli, mentre il Comune non si sarebbe fatto realmente portavoce delle richieste
«Dal no di Rfi riportato sui giornali locali scopriamo che il Comune di Bergamo si è fatto portatore della richiesta del comitato di quartiere di Boccaleone di interrare il nuovo progetto ferroviario Bergamo-Orio al Serio. Ringraziamo l’Amministrazione, ma ci farebbe piacere, anzi chiediamo formalmente di avere copia della lettera inviata a Rfi, visto che è stata scritta a nostro nome, e copia della risposta».
Non accenna a placarsi il botta e risposta tra cittadini, Palazzo Frizzoni, Rete Ferroviaria Italiana e, più o meno indirettamente, Regione Lombardia, in merito al treno che collegherà la stazione cittadina con l’aeroporto entro le olimpiadi invernali del 2026 di Milano-Cortina. Contro l’attuale progetto di Rfi si battono da sempre i residenti di Boccaleone, per i quali l’unica soluzione possibile per evitare che il quartiere venga tagliato definitivamente in due sia l’interramento della tratta.
Un’ipotesi che però non è neanche lontanamente contemplata da Rfi: in una lettera a firma del dirigente Vincenzo Macello si dice che l’interramento parziale o totale della tratta implicherebbe un notevole aumento dei costi (ad oggi sono stanziati circa 170 milioni di euro), oltre ad espropri, demolizioni e all’interruzione della linea per Brescia per anni. In sintesi, è una strada non praticabile.
Ma i residenti del quartiere criticano anche l’amministrazione comunale, accusata di non aver mai «voluto agevolare il comitato nel creare contatti e confronti con Rfi. Il comune di Bergamo è mai stato nostro ambasciatore nonostante le richieste che gli abbiamo sottoposto, perché ha sempre dichiarato che le proposte non erano fattibili».
Il “prezzo” che si dà ai disagi dei cittadini
Secondo il comitato di Boccaleone Rfi avrebbe semplicemente pensato per Bergamo un progetto a valenza nazionale, ma gestito con risorse minime. Inoltre, ci si domanda come mai il Comune abbia chiesto formalmente di destinare maggiori risorse per il progetto di Porta Sud, prettamente privato, mentre non è stato fatto altrettanto per la ferrovia Bergamo-Orio al Serio, un progetto pubblico.
«Gli abitanti del quartiere non possono accettare semplicemente un “non si può perché costa troppo” – rimarcano i residenti -, non è credibile che l’Italia non possa sostenere un investimento maggiore per mitigare un progetto devastante per il quartiere di una città come Bergamo, coinvolgendo oltre 7 mila persone. I disagi sociali, economici, assistenziali, relazionali delle persone che abitano il quartiere non hanno valore?».
Per i residenti il nodo della questione è solo uno: l’obiettivo di Rfi di completare il progetto in tempo per le olimpiadi. E il problema dell’allungamento delle tempistiche sarebbe solo un alibi, visto che anche i disegni attuali prevedono anni di lavori. «Il nostro obiettivo è di mantenere vivibile il nostro quartiere per sempre – aggiungono -. Rfi sostiene che a Bergamo non si può interrare la ferrovia in ambito urbano, perché in altre città con distanze ben inferiori tra il sedime ferroviario e gli edifici invece si può? Rfi sostiene che a Bergamo non si può interrare la ferrovia perché ciò comporterebbe la chiusura dell’esercizio ferroviario per anni; perché in altre città invece è stato fatto? Ci risulta che, durante i cantieri, si sia sostituito il transito ferroviario con autobus. Perché a Bergamo non si può fare?».
Il confronto con Bari
I residenti sottolineano le enormi differenze con un progetto simile, che sarà realizzato a Bari. Qui verrà interrata una linea ferroviaria lunga 10 chilometri, investendo 40 milioni di euro.
«A Bergamo abbiamo già un lavoro fatto in fretta per i Mondiali di calcio del 1990 – spiegano -, la rotonda prima dell’autostrada A4 che tutti conoscono e sanno quanto è pericolosa. Ora da rifare, con costi a carico del territorio e con una modica di spesa di 30 milioni di euro. Quindi in Italia se si ha fretta si deve costruire male e con costi elevati a prescindere dalla qualità dell’opera? Secondo noi non può essere un costo interrare una ferrovia che devasterà la vita degli abitanti».
Il comitato di Boccaleone, oltre che un contatto diretto con Rfi, ha quindi deciso di lanciare un appello al Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani perché consideri se dare o meno l’autorizzazione a procedere.
«Nel quartiere nei prossimi anni si concentrerà tutto quanto di peggio si possa costruire – concludono gli abitanti, che hanno lanciato anche una petizione su Change.org -. Tracciato ferroviario, outlet del lusso, mega parcheggi, strade, sottopassi, passerelle, sottovie e pannelli come muri divisori. Pretendiamo serietà nelle domande, nelle proposte e nelle risposte. Rfi, nella persona del funzionario delegato agli investimenti e che non è un progettista, non ha mai guardato seriamente il nostro progetto che prevede, rispettando le pendenze necessarie anche per i treni merci, di iniziare ad abbassare il tracciato ferroviario dopo i due cavalcavia esistenti di via Piatti e della circonvallazione».