La lettera

Treno per Orio, il comitato di Boccaleone risponde ai pendolari: «Mai chiesto di non fare la tratta»

I pendolari bergamaschi chiedevano che «Bergamo non venisse tagliata fuori». Gli abitanti del quartiere chiedono però un'altra cosa, ossia che la tratta sia interrata

Treno per Orio, il comitato di Boccaleone risponde ai pendolari: «Mai chiesto di non fare la tratta»
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«Il comitato di quartiere di Boccaleone non ha mai chiesto l’azzeramento del collegamento ferroviario tra Bergamo e l’aeroporto di Orio al Serio, bensì ne ha sempre sostenuto l’importanza, criticando però il progetto antiquato e devastante proposto da Rfi, particolarmente invasivo e in un territorio fortemente antropizzato e urbanizzato: trasformerà il sedime ferroviario passando dall’attuale singolo binario a ben quattro in superficie. Per questo motivo il tracciato deve essere necessariamente interrato».

Così i residenti del quartiere rispondono alle osservazioni avanzate la scorsa settimana dal Comitato Pendolari Bergamaschi, rimasto fino a quel momento defilato rispetto al dibattito che si è sviluppato intorno al treno che collegherà Bergamo con l’aeroporto entro il 2026.

Va detto che entrambi i comitati, pur partendo da considerazioni diverse, hanno lanciato un appello alle istituzioni che presenta alcuni punti di contatti; in particolare quando chiedono l’impegno a riconsiderare con la dovuta attenzione i piani per modificarli e migliorarli, visto il loro potenziale per la città. In tal senso, da novembre del 2020, gli abitanti di Boccaleone chiedono di poter incontrare Rfi, per aprire un tavolo di confronto in cui discutere possibili alternative.

«Ciò che è mancato – ribadisce il comitato di Boccaleone - e ci fa piacere che lo evidenzino anche i pendolari è proprio la partecipazione dei bergamaschi. Un progetto deciso a tavolino, che è stato accettato dagli enti territoriali senza contraddittorio e senza il coinvolgimento degli abitanti delle aree interessate dall’attraversamento del percorso ferroviario. Bergamo non può essere trattata come una città da terzo mondo dove viene imposto ciò che viene deciso nei Ministeri, che spesso non hanno conoscenze territoriali; nel progetto sottoposto alla Valutazione di impatto ambientale sono sbagliati anche alcuni nomi di vie e quartieri».

Le ragioni del no

Secondo il comitato di Boccaleone il progetto di Rfi avrà ricadute pesanti sul quartiere, che da questo tracciato guadagnerà solo «traffico di transito, isolamento, degrado, impoverimento culturale e strutturale, distruzione di un tessuto sociale costruito con fatica negli ultimi anni per volontà dei cittadini».

«Siamo coscienti dell’esasperazione legata alle criticità che i pendolari bergamaschi hanno dovuto sopportare in questi anni di ritardi infrastrutturali, ma questo progetto non verrà portato a termine in considerazione dei loro disagi quotidiani – aggiungono da Boccaleone -. Dispiace constatare che per l’economia aeroportuale tanti politici si sono prestati ad ottenere progetti e finanziamenti, mentre per oltre 20 anni i pendolari non hanno mai ottenuto risposte»

La ferrovia, secondo i residenti, non porterà i benefici immaginati, ma Bergamo verrà scavalcata a favore di altre città, in particolare Milano. «Il traffico aereo, dopo la pandemia, ha subito molte trasformazioni, non ancora terminate – proseguono gli abitanti del quartiere -. Diversamente da ciò che si pensa abbiamo analizzato tutte le variabili di un aeroporto che ha già raggiunto il massimo di capienza consentita per legge e che non potrà continuare a crescere e a rappresentare una fonte di business da sfruttare all’infinito. Siamo stati ascoltati da parlamentari, rappresentanti di Stato, istituzioni e associazioni: tutti condividono le nostre visioni e preoccupazioni. Ci piacerebbe che il sindaco, dopo le quasi 15 mila firme raccolte con una petizione online, si impegnasse a chiedere una revisione del progetto a Rfi che preveda il totale interramento del tracciato».

I residenti a Boccaleone hanno anche creato un sito ad hoc, www.cdqboccaleonebg.org, nel quale è possibile vedere e valutare il progetto attuale, le osservazioni presentate, la documentazione pubblicata, i progetti moderni attuati da Rfi in altre città italiane e anche quello alternativo da loro proposto. Nasce da qui l’appello lanciato alla politica bergamasca, e in primis al sindaco Giorgio Gori, perché si possano gettare le basi per un confronto che porti a un progetto più sostenibile.

«Non stiamo suggerendo un progetto miope – conclude il comitato di Boccaleone -. Miope è chi non si sforza di trovare soluzioni migliori e dichiara costi elevatissimi senza aver mai fatto realmente i conti. Non pontifichiamo, ma studiamo e proponiamo. Gli abitanti di Boccaleone non sono colpiti, come ha detto qualcuno, da suggestive visioni: sono persone, residenti a Bergamo che hanno a cuore il bene del loro territorio e che lo conoscono molto più di chi dovrebbe rappresentarli e di chi dovrebbe volere il meglio per tutti i suoi cittadini. Occorre superare le divisioni ideologiche».

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