«Manca attenzione»

Treno per Orio, la carica di comitati di quartiere e associazioni ambientaliste: «Progetto devastante»

Legambiente ha anche presentato una denuncia alla Commissione europea ritenendo che il traffico aereo sia andato ben oltre i limiti

Treno per Orio, la carica di comitati di quartiere e associazioni ambientaliste: «Progetto devastante»
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«Ci chiediamo se i tempi potranno essere rispettati o se non si assisterà all’ennesimo scempio territoriale e urbanistico incompiuto, con gravissimi disagi per la città, per Boccaleone e, in particolare, per chi abita lungo il tracciato».

Con l’inizio del nuovo anno i comitati di quartiere e le associazioni ambientaliste di Bergamo tornano alla carica, chiedendo nuovamente che il progetto del treno che collegherà Bergamo con l’aeroporto di Orio al Serio venga rivisto, migliorandone l’impatto ambientale. Se da un lato, infatti, Regione Lombardia, Rete ferroviaria italiana e Comune di Bergamo paiono tirare dritto sull’ipotesi di un tracciato “a raso”, al contrario cittadini, comitati e associazioni chiedono da tempo che la tratta sia semi-interrata.

Una richiesta forte di due considerazioni: la fattibilità tecnica dell’alternativa (su ammissione della stessa Rfi) e un parere tecnico-istruttorio della direzione generale Archeologia, Belle arti e Paesaggio sulla Valutazione d’impatto ambientale, in cui il Ministero della Cultura si dice favorevole al progetto a patto che vengano rispettate alcune condizioni. Tra queste, l’indicazione che venga interrato il tratto in direzione dell’aeroporto «compreso tra l’inizio del sovrappasso a scavalco in via Lunga e la galleria già prevista nel progetto in valutazione». Ma quindi, rilanciano i comitati e le associazioni, perché non semi-interrare la nuova linea ferroviaria già all’altezza del viadotto di via Piatti?

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«Prende forza la richiesta delle associazioni ambientaliste e dei cittadini di interrare la ferrovia non solo nel tratto che Rfi ha previsto per salvaguardare il vincolo aeroportuale per i voli in fase di decollo e atterraggio – aggiungono -, ma anche per salvaguardare l’ambiente, la vivibilità dei quartieri, la cintura verde che il Comune di Bergamo in primis e il Parco dei Colli da anni hanno individuato come area di pregio. Non si tratta di favorire un quartiere, ma di risparmiare le risorse che un’intera città ha da tempo deciso di proteggere e salvaguardare. Le modifiche richieste possono essere apportate in sede di progetto esecutivo. È già successo, altri progetti ferroviari sono stati interrati e con poca spesa in più».

«Per questo progetto non c’è stata attenzione e lungimiranza – aggiungono -, la città ha bisogno di un sistema metropolitano serio, che sostituisca una mobilità su gomma ad oggi insostenibile e che sia effettivamente al servizio della comunità. Riteniamo che non sia più tollerabile che le istituzioni pubbliche aderiscano a parole a progetti di rispetto ambientale quando in un territorio come il nostro, con la scusa dell’urgenza, vengono avallati progetti devastanti».

Anche perché iniziano a farsi sempre più concreti i dubbi che l’infrastruttura venga conclusa entro le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. «Inizialmente il progetto doveva essere ultimato entro la fine del 2025 per essere pronto per le Olimpiadi, ora si parla della fine 2026. In questi mesi gli sono state attribuite diverse fonti di finanziamento (accordato basandosi su studi effettuati nel 2014 sottolineano i comitati): Cassa Depositi e Prestiti, Ministero dell’Economia, Fondo per le Olimpiadi 2026, Pnrr che riserva altri 56 milioni di euro e non è chiaro se questi siano aggiuntivi ai 170 milioni oppure vadano a sostituire altre risorse. Ogni intervistato dichiara cose diverse. Vorremmo sapere chi in realtà finanzierà questo progetto e quali vincoli avrà».

Presentato un reclamo contro il Governo

Legambiente Bergamo ha anche presentato una denuncia alla Commissione europea ritenendo che l’aumento costante del traffico aereo a Orio al Serio «sia stato approvato dalle autorità nazionali competenti senza un'adeguata valutazione ambientale ex ante (Via e Vas), causando un considerevole impatto ambientale sull'area circostante, fortemente urbanizzata».

Nel 2003 il Piano di sviluppo aeroportuale aveva ricevuto un parere positivo, ma il traffico aereo nello scalo sarebbe andato ben oltre i limiti previsti dal piano, determinando una sostanziale modifica degli scenari di impatto previsti dalla Via che richiederebbe «l'adozione di procedure di restrizioni operative, come previsto dal regolamento UE».

«Per tali motivi – si legge in un comunicato - Legambiente ha richiesto alla Commissione di aprire una procedura di indagine al fine di valutare l’eventuale violazione del diritto dell’Unione Europea determinata dal legislatore italiano e dalle autorità amministrative competenti ad autorizzare e vigilare sul funzionamento dell’aeroporto di Orio al Serio. Legambiente ha inoltre presentato un’osservazione tardiva al MiTE con la quale si fa richiesta di coordinare i due studi di Via/Vas per l’aeroporto e per il treno Bergamo-Orio, in quanto le opere, pur essendo in capo a soggetti diversi, risultano fortemente connesse e interdipendenti tra loro e quindi richiedono, a nostro avviso, di essere considerate insieme».

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