Trenord, i pendolari bergamaschi pronti a subire pure gli aumenti: ecco i principali segni più
Che sia di pochi centesimi o di qualche euro, trovarsi a spendere di più può essere un problema. Soprattutto visti i tanti disagi
I pendolari stanno tornando a popolare i treni e si stanno preparando psicologicamente ai ritardi, alle modifiche della percorrenza e ai guasti annunciati. Tuttavia, nonostante siano apparentemente temprati a ogni eventualità, dell’aumento dei prezzi avrebbero fatto anche volentieri a meno.
I loro occhi non possono non cadere sugli aumenti, proprio ora che settembre sta portando a nuovi spostamenti verso uffici e banchi di scuola. A fronte di un servizio, quello di Trenord, che anche nel corso dell’estate ha dato non pochi problemi (basti pensare alla sospensione del Passante), vedersi aumentare il prezzo del biglietto scoccia, e non poco. Anche quando si tratta di pochi centesimi.
I costi delle corse su Milano
Il biglietto di corsa semplice verso Milano, per prendere una delle tratte più frequentate dai bergamaschi, passa dagli attuali 5,6 euro a 5,8 euro, variazione pari a un più 3,5 per cento. L’abbonamento settimanale passa da 25,5 a 26,5 euro, con un euro in più, pari a quasi il quattro per cento in più.
L’aumento percentuale più consistente è sull’abbonamento mensile. E questo non stupisce, perché si tratta della soluzione più comoda e più acquistata, soprattutto dagli studenti, che non tutti i mesi si recano a scuola o in università con la stessa assiduità. Si passerà dagli 89 ai 93 euro. Per qualcuno può significare prendersi un caffè in meno a settimana, poco male. Per qualcun altro, invece, arrivare a questa cifra può rappresentare un problema, soprattutto a lungo termine. Sull’abbonamento annuale ci sono invece da pagare ben 33 euro in più, da 859 a 892, con una variazione percentuale del 3,8.
“Treno città Milano” o “Io viaggio in Lombardia”?
Spesso, per chi si reca a Milano, si deve sommare poi l’abbonamento Atm. Esistono però soluzioni che permettono di integrare i servizi. Sono “Treno città Milano”, ovvero «l’abbonamento mensile integrato per chi si sposta in treno e utilizza i mezzi pubblici in città», che comprende sostanzialmente treno verso Milano e tutte le linee metro del capoluogo lombardo, e “Io viaggio ovunque in Lombardia”, che consente di viaggiare in tutta la regione con qualsiasi mezzo pubblico. Qui scatta il paradosso. Il primo abbonamento, che comprende decisamente meno mezzi pubblici del secondo, arriva a costare 120 euro, quattro in più di prima; il secondo 110, con un rincaro di "soli" due euro. Si paga di più quando si scelgono meno mezzi.
Il cortocircuito di queste offerte esisteva già prima, ma con l’aumento dei prezzi la differenza si fa più marcata e il paradosso colpisce. È bene però considerare l’eventualità del “Bonus regionale”, che scatta in caso di ritardi e malfunzionamenti accumulati nei mesi precedenti. Quindi, quasi sempre. Pertanto, nel mese in cui la direttrice usufruisce del bonus, all'atto dell’acquisto, il prezzo dell'abbonamento viene scontato del 30 per cento. Questo bonus si applica su “Treno città Milano”, ma non su “Io viaggio ovunque in Lombardia”.
Ogni mese, i pendolari sono pronti a valutare quale abbonamento sarà più comodo questa volta. A settembre, per esempio, il bonus è attivo. Il mensile “Io viaggio” resta pertanto fermo a 110 euro, “Treno città Milano” si abbassa a 92 euro e il mensile normale, senza altri mezzi integrati, a 65 euro.