Tutti si fermano dal Tresoldi di Città Alta e fanno la stessa domanda: perché chiudete?
Sui social e fra i clienti la notizia che la panetteria getterà la spugna (dopo 63 anni) e che al suo posto entrerà un Carrefour ha creato sconcerto
di Matteo Rizzi
«Un insieme di fattori: c’era stanchezza da parte dei proprietari nel portare avanti l’attività a certe condizioni, e lo Stato non ha certo aiutato a sopportare questa stanchezza». Lo dice una delle banconiste del Tresoldi sulla Corsarola: è un lunedì mattina, uno degli ultimi per la storica attività che dal 31 agosto chiuderà per sempre i battenti, mettendo la parola fine a un pezzo di storia, durato 63 anni, della strada più frequentata di Città Alta. Al suo posto arriverà, accolto da una tempesta di critiche, un Carrefour Express, secondo supermercato ad aprire nel centro storico dopo il mini market aperto qualche anno fa in via Donizetti.
Il titolare Massimo Tresoldi rappresenta la terza generazione di un’impresa familiare avviata in città nel lontano 1938, con il primo forno aperto in via San Lorenzo dal nonno Filippo Giuseppe Tresoldi, che si trasferì nel capoluogo orobico con la famiglia da Cassano d’Adda. Dopo poco più di una decina d’anni, nel 1949, era seguita l’inaugurazione di un altro negozio in via Gombito. Il locale in Corsarola, invece, era stato avviato nel 1959 ed era diventato in poco tempo un punto di riferimento per il territorio.
Troppe le difficoltà: Massimo e Roberta già nei giorni scorsi avevano raccontato di quanto fosse difficile per loro trovare personale nonostante lo stipendio onesto e i quasi cinquanta colloqui svolti nell’ultimo mese, lamentando le numerose esperienze con ragazzi che dopo poche settimane di lavoro decidevano di lasciare. E poi una serie di problemi legati al periodo difficile appena passato a causa della pandemia, ai pochi aiuti dello Stato ai commercianti e alle tassazioni alte sui contratti ai dipendenti: tutte questioni che sono state sollevate a più riprese negli ultimi mesi e che riguardano in generale tutto il settore del piccolo commercio.
In ogni caso, la notizia della chiusura è stata un fulmine a ciel sereno che ha colto di sorpresa non solo i clienti abituali e i commercianti della zona, ma tutta quanta la città: sul web, non appena le prime voci dell’imminente chiusura hanno raggiunto i social network, si è scatenata una vera e propria corsa al “cordoglio”, con tanti spunti e riflessioni (...)