Il ricordo

Una targa in memoria del brefotrofio di Bergamo, dove c'era la casa dei "figli di nessuno"

Obiettivo: ricordare che in un edificio del vecchio ospedale sorgeva la struttura. Ospitò 5.700 neonati non riconosciuti da padri e madri

Una targa in memoria del brefotrofio di Bergamo, dove c'era la casa dei "figli di nessuno"
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di Paolo Aresi

La targa è stata inaugurata la mattina di giovedì (23 febbraio), alle 11: una semplice scritta per ricordare che in un edificio del vecchio Ospedale Maggiore, in largo Barozzi, oggi sede dell’Accademia della Guardia di Finanza, aveva trovato posto il brefotrofio, cioè l’istituto che ospitava gli orfani, in particolare quelli che venivano abbandonati appena nati, senza una madre né un padre disposti a riconoscerli.

Il brefotrofio di Bergamo ebbe origine molti secoli fa, ma nel 1928 trovò casa nell’area del nuovo Ospedale Maggiore e lì rimase fino alla chiusura, avvenuta nel 1975. L’istituto in quei quarantasette anni ospitò 5.770 piccoli.

A volere tenacemente questa manifestazione pubblica della memoria è stato Giuliano Maffeis che fu uno dei 5.770 piccoli ospiti. Arrivò in largo Barozzi all’inizio degli Anni Sessanta e nel 1964 andò in affido a una famiglia di Leffe che poi lo adottò.

Era la famiglia di Lidia Magugliani e Attilio Maffeis, norcino del paese: i Maffeis avevano perso un figlio dell’età di cinque anni a causa della caduta dal secondo piano e non potevano averne altri a causa di un incidente (il calcio di un cavallo) capitato al Maffeis.

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Ha dichiarato Giuliano che ricordare il brefotrofio è importante, è una realtà che non va dimenticata, segno di epoche che probabilmente non erano più felici di quella odierna. Maffeis ha combattuto una piccola battaglia per il ricordo di quella istituzione e dalla sua ha ottenuto la comprensione della Guardia di Finanza e anche l’appoggio inaspettato di Vittorio Feltri, il noto giornalista. Che al brefotrofio aveva lavorato quando aveva vent’anni.

Ha raccontato Feltri che (...)

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