Il deserto sulla Brebemi vale un rosso da 69 milioni

Se si lascia che a parlare siano i numeri, quello che arriva dall'assemblea dei soci Brebemi riunitasi il 5 aprile per riconfermare alla presidenza della società Francesco Bettoni e per approvare il bilancio 2015 è un vero e proprio grido di aiuto. L'anno passato, infatti, l'autostrada inaugurata in pompa magna il 23 luglio 2014 ha chiuso con un passivo di ben 69 milioni di euro, praticamente il doppio rispetto al 2014, quando il rosso si fermò a 35 milioni a fronte, però, di appena 5 mesi di attività. Un buco, come sottolinea WebEconomia, dovuto ai costi di ammortamento dell’alto finanziamento iniziale, visto che per la realizzazione dell’opera la spesa è gradualmente lievitata fino a 2,4 miliardi di euro, ma anche allo scarso successo riscontrato tra gli automobilisti, che continuano a preferire la cara vecchia A4. A dimostrarlo un video del Corriere della Sera pubblicato il 7 aprile (ora non più disponibile nell'archivio online del quotidiano, ma di cui è rimasto un eloquente fermo immagine), che mostra, in un punto "di contatto" tra le due arterie stradali, come la Brebemi sia vuota mentre sulla A4 si viaggi in coda.
[Un fermo immagine del video del Corriere]
Un'autostrada deserta. Purtroppo niente di nuovo per quella che sarebbe dovuta essere la prima grande infrastruttura completamente autofinanziata d'Italia e che si sta invece dimostrando un clamoroso flop. Già a febbraio, infatti, il responsabile regionale trasporti di Legambiente, Dario Balotta, aveva denunciato come il traffico sulla A35 fosse ampiamente sotto le iniziali previsioni di Bettoni. Secondo il Giornale di Brescia, però, i numeri sarebbero ancora più inclementi di quelli riportati poco più di un mese fa da Legambiente: rispetto alle previsioni iniziali di 60mila veicoli giornalieri, poi abbassate a 40mila e successivamente addirittura a 22mila, nei primi mesi del 2015 ci si è fermati ad appena 16mila. Il dato definitivo ancora non c'è, però difficilmente si sono superate le 20mila unità. Nel 2014 i mezzi furono 14.200 al giorno, mediamente.
Insomma, un'autostrada deserta. Proprio un anno fa fece scalpore il video, pubblicato da tre ragazzi bergamaschi legati ai centri sociali, nel quale si mostrava che il traffico sulla nuova A35 era così scarso da permettere addirittura di giocare una partita di calcetto improvvisata. Allora la società si arrabbiò, parlando di video diffamatorio, accusando gli autori di averlo girato quando lo snodo di 62 chilometri che collega Brescia a Milano era chiuso. Possibile, ma da quel momento, tra YouTube e social, si sono moltiplicati i filmati in cui si denuncia l'assenza pressoché totale di traffico sulla Brebemi. Ultimo, come detto, il filmato pubblicato (e poi rimosso) dal Corriere ed effettuato con un drone sia martedì 29 che mercoledì 30 marzo, tra le 8.15 e le 8.30, dove si mostra il vuoto della A35 e il caos sulla A4. Un paradosso, se si considera che l'obiettivo della Brebemi era proprio quello di alleggerire il traffico sulla Milano-Venezia, oramai satura visto che, nel 2014, ha toccato quota 290mila veicoli di passaggio al giorno (dati Aiscat).
Pedaggi monstre... Se tutto ciò non è avvenuto, i motivi sono due: gli alti pedaggi e il problema del collegamento con l'A4. Il primo, in realtà, è diretta conseguenza della scelta di realizzare la Brebemi attraverso il meccanismo della finanza di progetto, che prevedeva di fare gravare sui pedaggi l’intero alto costo di realizzazione dell’opera. Il risultato è che gli automobilisti sono così chiamati a pagare un costo di pedaggio molto elevato per il transito sull’A35, che per l’intera percorrenza dal casello di Liscate a quello di Chiari Est arriva fino a 10,70 euro per i normali autoveicoli e motoveicoli. Considerando che la percorrenza totale è di 62,1 km, la A35 costa, al chilometro, più di 17 centesimi. È una delle autostrade più care d’Italia. Per tentare di correre ai ripari, Brebemi ha proposto ai suoi utenti una promozione valida fino alla fine del 2016: uno sconto del 15 percento sul pedaggio dovuto. Promozione che, seppur con molte più limitazioni, era già stata attuata l'anno passato, senza però portare i risultati sperati. Normale dunque che un automobilista, davanti al dilemma A4-A35, con tali differenze di prezzo non abbia dubbio su quale delle due percorrere.
... e l'assenza di un collegamento con la A4. Qui, però, si aggiunge anche il problema dell'assenza di un collegamento tra le due autostrade. Sin dal progetto iniziale, infatti, era prevista all'altezza di Brescia una bretella che collegasse la Brebemi alla Milano-Venezia. Bretella che invece, ancora oggi, non c'è. Risultato: se anche un automobilista bergamasco che viaggia in direzione Milano volesse, causa traffico, passare dalla A4 alla A35, dovrebbe aspettare fino ad Agrate, quando potrebbe immettersi sulla nuova Teem e, da lì, passare alla Brebemi. Dopo lo scambio di accuse tra società gestrice della A35 e Autostrade e la tirata di orecchie del Governo, finalmente il collegamento si farà. Se tutto va come previsto, il cantiere aprirà già quest'anno e nel 2017 la bretella dovrebbe essere pronta. Sarà all’altezza di Castegnato.
Anche grazie alla promessa di realizzare finalmente questo ultimo e fondamentale tratto autostradale, Brebemi è riuscita, nell'agosto scorso, a strappare un lauto finanziamento statale che le permette, a fronte di un bilancio sempre più in rosso, di rimanere in vita. Si tratta di 20 milioni annui dal 2017 al 2031 come contributo da parte del Governo, stanziati precisamente dal Cipe. 260 milioni totali ai quali si aggiungerà, nel prossimo triennio, un contributo di ulteriori 20 milioni annui da parte della Regione Lombardia. In totale, dunque, nelle casse della società presieduta da Bettoni, a cui è affidata la gestione della A35 fino al 2039, arriveranno 320 milioni di euro di soldi pubblici. Tutto questo è un vero peccato, perché effettivamente l’infrastruttura è stata realizzata senza oneri iniziali per lo Stato, con fondi derivanti dal finanziamento bancario (quasi l’80 percento) e dalla disponibilità dei soci (poco più del 20 percento). Tuttavia la politica di gestione dell'autostrada fino ad ora attuata s'è dimostrata un vero fallimento, costringendo così la società a mettere da parte le ambizioni e tornare al tradizionale canale di finanziamento pubblico.