Caccia all'uomo in una città blindata

Cherif C., il terrorista ibrido Chi è l'attentatore di Strasburgo

Cherif C., il terrorista ibrido Chi è l'attentatore di Strasburgo
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L’albero di Natale che svetta a Strasburgo a fianco della cattedrale con i suoi trenta metri è un vero simbolo, quasi un centro dell’Europa. Il Parlamento europeo, che in questi giorni è in seduta plenaria con 751 deputati presenti, è a settecento metri di distanza, poco lontano passa il confine tra Francia e Germania, lungo il Reno. Nel 2000, prima ancora dell’attentato alle Torri Gemelle, un gruppo di algerini affiliati ad Al Qaeda erano stati fermati a Francoforte, perché si era scoperto che avevano in progetto un attacco ai mercatini di Natale della capitale alsaziana. Diciotto anni dopo quello che era stato sventato allora è invece tragicamente accaduto, in modo anche rocambolesco.

 

 

Dell’autore della strage che ha lasciato sul terreno tre vittime si sapeva tutto. Cherif C. è nato a Strasburgo, ha 29 anni ed è di famiglia maghrebina. La polizia lo aveva già intercettato più volte per reati minori, mentre l’intelligence lo teneva sotto osservazione per la sua radicalizzazione islamista. Per questo era stato schedato come persona “S” cioè pericolosa per la sicurezza nazionale (attualmente in Francia sono circa diecimila le persone schedate allo stesso modo).

L’aspetto rocambolesco dell’attentato di martedì sera è che la gendarmeria francese la mattina stessa aveva bussato alla porta di Cherif per interrogarlo in quanto coinvolto in una vicenda di criminalità comune, un caso di estorsione. Ovviamente non lo hanno trovato, ma in casa gli agenti trovano delle granate. Per questo già nella giornata di martedì era scattato l’allarme e la caccia all’uomo. Alle 20 Cherif ricompare, affrettando il piano che aveva probabilmente già architettato da tempo.

Chi lo ha visto in quei momenti drammatici in rue des Orfévres lo descrive vestito di nero, con cappellino e scarpe da ginnastica. Ha iniziato a sparare sulla folla, poi si è dato alla fuga, scappando ai gendarmi che presidiavano quella zona evidentemente ritenuta “sensibile”. Poco dopo altri gendarmi lo hanno intercettato poco lontano dal centro, nel quartiere Neudorf. Nella sparatoria Cherif viene ferito, ma un’altra volta riesce a scappare, prendendo un taxista in ostaggio. Per le forze di sicurezza francesi si è trattato di un nuovo smacco.

 

 

Così mentre la caccia continua, ci si chiede se l’attentatore non poteva essere intercettato prima. Ma Cherif fa parte di una nuova leva di potenziali terroristi che pur essendo noti e schedati dalle forze dell’ordine è più complicato tenere sotto controllo. Li hanno definiti “terroristi ibridi” in quanto vengono dalla criminalità comune e sono noti per reati generici. Cherif era già stato in carcere i suoi comportamenti estremistici erano conosciuti dalle forze dell’ordine. Proprio per questa loro natura ibrida però è sempre difficile capire quale sia la loro reale implicazione con l’internazionale terroristica.

Secondo il quotidiano francese Le Figaro, per esempio, è possibile che Cherif martedì abbia agito per disperazione perché si sentiva braccato dalle forze dell’ordine. Quindi il suo piano non sarebbe stato pianificato, ma frutto di una decisione estemporanea. Del resto la dinamica dell’accaduto porta a conclusioni di questo tipo, anche se le forze dell’ordine non escludono che possa esserci stato un complice. Intanto la caccia all’uomo continua in una città sotto choc per la paura.

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