Aspettando le elezioni

Abbiamo dato i voti ai manifesti

Abbiamo dato i voti ai manifesti
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Se l’abito non fa il monaco, il manifesto non fa il politico. Allo stesso tempo, però, pure l’occhio vuole la sua parte. Luoghi comuni a parte, è indubbio che il lato estetico abbia il suo peso in campagna elettorale. Anche in una come quella ormai agli sgoccioli, fatta di tante parole (al vento) e poca sostanza. E per sostanza intendiamo proprio materia fisica: comizi, dibattiti, manifesti. Buona parte degli spazi dedicati ai candidati in città sono rimasti vuoti, ma forse proprio per questo motivo quei pochi che si sono ritagliati un angolino tutto per loro spiccano ancora di più. Al punto che abbiamo pensato di dar loro i voti. Niente programmi e contenuti: tutto solo e soltanto immagine. E per farlo abbiamo chiesto aiuto a un esperto del settore, ovvero il fotografo Ma - rio Rota, con il quale abbiamo stilato una sorta di pagellone dei manifesti elettorali appesi per Bergamo e che più ci hanno colpiti. Ne è uscito un album strambo e, per certi versi, divertente. Uno spaccato visivo della politica moderna.

 

Voto 10: Emma Bonino

Chiamala, se vuoi, opera d’arte. Perché il manifesto di E m ma Bonino è veramente bellissimo. La foto, innanzitutto: realizzata da Ilaria Magliocchetti Lombi durante un servizio per L'Espresso. Il rimando visivo dell’immagine originale, pubblicata sul settimanale, è un dipinto olio su tela di Rembrandt, datato 1669 e conservato nella National Gallery di Londra e raffigurante l’autore all’età di 63 anni. Il tocco di classe, però, è lo sfondo del manifesto, un mix di colori che dà quel non so che di “rinascimentale”.

 

Voto 9: Gori e Di Maio

Così lontani nell’essere, così vicini sui manifesti. Non tanto fisicamente, quanto artisticamente. Il candidato governatore del centrosinistra Giorgio Gori ha optato per un ritratto in studio che rende bene sia la tridimensionalità che la personalità del soggetto, sottolineata con un taglio deciso. Il candidato premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, invece, ha scelto un ritratto “live”, con luce naturale, che esalta la bella presenza del candidato ed esprime il concetto di “persona tra la gente”. Piacevole e comunicativo.

 

Voto 8,5: Grasso e Cagnoni

Tra Liberi e Uguali e Noi con l’Italia, politicamente, c’è un abisso. Eppure i manifesti di Pietro Grasso, candidato premier di LeU, e di Riccardo Cagnoni, candidato al Consiglio regionale per NcI, nella loro diversità trasmettono ugualmente la personalità dei due. L’ex magistrato un bel taglio stretto sul volto e pare quasi guardare dritto negli occhi l’osservatore; l’ex sindaco di Vertova, invece, trasmette affidabilità e sicurezza nonostante la scelta di un ritratto un po’ più... ricercato.

 

Voto 8: Rossi, Marchesi e Dolci

Due esponenti del Pd e uno di Forza Italia; eppure tutti e tre, alla fine, hanno optato per lo stesso schema: ritratti “live” con luce naturale, con l’obiettivo di trasmettere semplicità e vicinanza alla gente. Il presidente della Provincia Matteo Rossi, inoltre, dà un messaggio di freschezza grazie al sorriso acceso e alla posa poco studiata. Più formale Paolo Dolci; decisa e istituzionale la presidente del Consiglio comunale di Bergamo, Marzia Marchesi.

 

Voto 7,5: Violi e Maltempi

A differenza del suo leader Di Maio, il candidato governatore del Movimento 5 Stelle Dario Violi ha scelto una foto puramente elettorale, ma molto ben definita, anche se...»

 

Per leggere l’articolo e la tabella completi rimandiamo a pagina 8 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 8 marzo. In versione digitale, qui.

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