La prima fu fatta nel 1914

Denis o Pinilla, qual è la più bella? "La rabbiosa" o "la superba"?

Denis o Pinilla, qual è la più bella? "La rabbiosa" o "la superba"?
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«La bellezza salverà il calcio», si potrebbe dire parafrasando Dostoevskij. E se il campionato finisse oggi salverebbe anche l’Atalanta, ubriaca ancora per la perla con cui Denis ha messo sotto il Sassuolo. Quella prodezza altro non è che la replica del Tanque al colpo del compagno Pinilla contro il Torino, altrettanto perfetto ma drammaticamente inutile. Riavvolgendo il nastro, l’ex-Cagliari si era presentato alla Dea proprio con un gol in bicicletta, messo a segno allo scadere della gara contro la sua vecchia squadra, l’1 febbraio. Sempre coi granata, poco prima di mettere il pallone alle spalle di Padelli, Pinilla aveva provato il medesimo colpo mettendo la sfera fuori di poco. Insomma, la rovesciata ha preso casa a Bergamo, impreziosendo una stagione tutt’altro che ricca e dando lustro al calcio della Dea, povero ma bello e matto. E il colpo di Denis ha ribaltato letteralmente gli umori, mandando in palpitazione i cuori di chi, il giorno prima, alla squadra chiedeva di più.

 

 

Come nacque la "Chilena". La chiamano rovesciata dalle nostre parti, è il colpo che qualsiasi persona calchi un campo di pallone, sia un bambino o un professionista, sognerebbe di fare almeno una volta nella vita, sintesi estrema di eleganza e funambolismo, agilità e classe. E sopratutto, tanta voglia di rischiare. La poesia del calcio sudamericano la ribattezzò la “chilena”. Era il 1914: Pinilla non c’entra perché il padre di quel gesto si chiamava Ramon Unzaga, era basco ma si era trasferito da bambino a Talcahuano, in Cile, e qui si era dato al calcio. Un giorno, durante una partita dell’Estrella de Mar, tirò fuori dal cilindro un movimento che nessuno aveva mai visto: schiena inclinata verso il basso, gambe in su e calcio potente sul pallone. Lo fece diventare una sorta di marchio di fabbrica, ripetendolo più di una volta. Per qualche arbitro era fallo: troppo pericoloso per i difensori che provavano a contrastare Unzaga. Per i giornalisti, invece, divenne un’arte, e quando nel 1920 il giocatore ripeté la mossa durante il Campeonato Sudamericano de Futbol la stampa argentina rimase estasiata e diede alla rovesciata quel nome, la “chilena”, definizione ancora usata nei Paesi ispanofoni.

 

Rovesciata-Parola

 

In Italia fu Parola. In Italia, invece, la rovesciata fa rima con un giocatore: Carlo Parola. E chi è? Si chiederanno molti. Avete in mente le figurine Panini? Ecco, il logo degli album più famosi d’Italia riprende proprio il gesto dell’ex-giocatore della Juve degli anni Cinquanta, tanto perfetto da essere emblema del calcio romantico. E pensare che quella rovesciata fu fatta in difesa: fu l’elegante ed estremo tentativo di Parola di anticipare un centrocampista della Fiorentina, Pandolfini. La porta avversaria era lontana decine di metri, fare gol non era nelle intenzioni dello juventino. Ma questi sono dettagli: dove trova casa la bellezza è lei che domina, il resto passa in secondo piano. Tutti conoscono Guernica di Picasso, in pochi ricordano dove è conservato.

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A Bergamo Loria e Zampagna. Il resto è una lunga storia di biciclette che trovano cittadinanza gradita nel mondo del calcio: eleganti come Van Basten, prepotenti come Rooney, impensabili come Ibrahimovic, inverosimili come Djorkaeff, fortunate come il viola Bressan. Bergamo si vantò a lungo della rete memorabile di Loria al Chievo e, ancor di più, delle sfide alla forza di gravità di Riccardo Zampagna e Cristiano Doni. Ora ha nuovi campioni cui pensare, e nuove rovesciata di cui andare fieri: la superba di Pinilla, la rabbiosa di  Denis. Qual è la più bella?

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