Sono due i bergamaschi morti nello schianto fra treni in Puglia
Ci sono anche due bergamaschi tra le vittime dello scontro frontale fra due treni in Puglia. A Salvatore Di Costanzo, 56 anni, residente in città nel quartiere di Campagnola, partito martedì mattina dall'aeroporto di Orio per Bari, e poi diretto ad Andria per un appuntamento di lavoro, si va ad aggiungere il nome di Michele Corsini, 61 anni, originario di Barletta ma residente dalla metà degli anni ’90 nella frazione Fornasette di Cologno al Serio per amore: è il paese della moglie Tiziana. Corsini gestiva ora un bar nella piazza del Duomo di Barletta e faceva la spola tra Puglia e Lombardia. Era tornato nella Bergamasca la scorsa settimana per sottoporsi a un controllo medico. Il riconoscimento della salma ieri alle 13 all’istituto di medicina legale di Bari da parte di moglie, fratello e sorella.
Sempre ieri, ma alle nove del mattino, è stato riconosciuto il corpo senza vita dell'altro bergamasco coinvolto nell'incidente, Salvatore di Costanzo, da parte del figlio Marco, accorso in Puglia con la madre dopo che del padre si erano perse le tracce. Alcuni elementi avevano messo in ansia i familiari: ad Andria Di Costanzo non si era presentato alla riunione e il suo ultimo messaggio WhatsApp, inviato a un amico, risaliva alle 10.45 di martedì, pochi minuti prima del disastro. Agente di commercio, Di Costanzo era un noto e apprezzato allenatore nel calcio provinciale. Nell'ultima stagione aveva guidato la Verdellinese, dopo aver raccolto successi con il Brusaporto e la Stezzanese. Era stato anche all’estero come tecnico dell’Ungheni, seconda divisione moldava. La sua nuova panchina sarebbe stata il Casazza.
Lo scontro frontale fra i due treni si è verificato martedì alle 11.30 nel tratto a binario unico tra Ruvo di Puglia e Corato della ferrovia Bari Nord. Nell’incidente - sul percorso che collega Barletta al capoluogo - sono morte 23 persone e oltre 50 sono rimaste ferite. «Si sta ancora lavorando tra le lamiere, la situazione è gravissima», aveva detto ieri mattina dopo lo schianto il presidente della Provincia di Andria, Beppe Corrado. Nella zona dell'incidente è stato allestito un ospedale da campo per i soccorsi. L’Asl ha lanciato un appello a tutti i possibili donatori («Serve gruppo 0 positivo») e messo in campo un coordinamento psicologico sia sul luogo della tragedia sia negli ospedali di Andria, Barletta e Bisceglie, in collaborazione con l'Ordine degli psicologi. Le salme verranno trasferite all'Istituto di medicina legale di Bari.




L’incidente è avvenuto in un tratto ferroviario di campagna. Le immagini lasciano intuire la violenza dell’impatto fra i convogli che viaggiavano a 100 chilometri orari. Pezzi di lamiera sono sparsi ovunque. I due treni erano formati ciascuno da quattro vagoni sui quali viaggiavano soprattutto pendolari e studenti universitari. La tratta conduce anche all'aeroporto di Bari e diverse ambasciate hanno chiamato Asl e prefetture per avere notizie delle condizioni di persone straniere a bordo delle carrozze. Dei vagoni di un treno ne è rimasto intatto solo uno. I soccorsi sono resi difficili dal fatto che l’impatto è avvenuto all’inizio di una curva in aperta campagna, in mezzo alle piantagioni di ulivi: «Una scena allucinante» ha detto uno dei soccorritori. Tra le vittime finora accertate ci sono uno dei macchinisti, un vice questore, Fulvio Schinzari, di 53 anni, riconosciuto da un collega che stava lavorando ai soccorsi, e un quindicenne di Ruvo di Puglia, Antonio Summo, che tornava da Andria dove aveva sostenuto gli esami per superare due debiti all’istituto industriale. L'altro macchinista è sopravvissuto ma è in gravi condizioni. Un bambino di pochi anni, ancora in vita, è stato estratto dalle lamiere e portato via con un elicottero.
Le cause dell’incidente non sono ancora chiare, anche se sarebbe al vaglio l’ipotesi di un errore umano, ovvero l’errato comando azionato da uno dei due macchinisti. Non si esclude però che possa essersi trattato di un guasto dei sistemi che regolano le coincidenze. «Non sappiamo quali siano state le cause dello scontro, che è stato violentissimo», ha detto il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, che lasciando il luogo del disastro ha annunciato una commissione di indagine. Matteo Renzi stasera sarà sul luogo della tragedia. Il presidente del Consiglio questa mattina era in visita al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, ma è tornato subito a Roma dopo avere saputo dell’incidente. «Non ci fermeremo finché non avremo la verità su cosa è successo e su chi sono i responsabili», ha detto. La procura di Trani indaga per omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario.








È un tratto ferroviario a binario unico quello in cui è avvenuto lo scontro. Ci passa un solo treno alla volta, e in una giornata sono circa duecento quelli che ci transitano. I treni coinvolti nello scontro erano gestiti dalla società privata Ferrotramviaria. Uno era partito da Corato ed era diretto ad Andria, l’altro, viceversa, proveniva da Andria e andava in direzione Corato. Ora sono un cumulo di lamiere e detriti. «È un disastro come se fosse caduto un aereo!», ha scritto su Facebook il sindaco di Corato, Massimo Mazzilli. Il Grande progetto di adeguamento ferroviario dell'area metropolitana del Nord barese finanziato dall'Unione europea il 27 aprile 2012 includeva fra gli interventi anche il raddoppio del binario sul quale si è verificato l'incidente. La fine dei lavori era prevista per il 2015.